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Clamoroso colpo di scena sul caso Andrea Papi: non è stata l'orsa JJ4 a uccidere il runner 26enne nei boschi della provincia di Trento. Lo affermano i risultati della perizia veterinaria forense condotta da Aurora Loprete, rappresentante legale di LEAL, la lega antivivisezione che da oltre 40 anni si batte per i diritti degli animali.
Secondo il responso dell'esame, infatti, sul corpo del giovane corridore trentino sono state rinvenute impronte riconducibili ai denti canini di un orso maschio adulto. Impossibile, dunque, che quelle zanne possano appartere a JJ4. In caso di conferma delle analisi, ciò significherebbe soltanto una cosa: le autorità trentine hanno catturato l'orso sbagliato.
«La dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane, quindi questa perizia smentisce le menzogne raccontate da Maurizio Fugatti», si legge nel post Facebook con cui LEAL ha annunciato l'esito degli esami forensi. La relazione è stata depositata al TAR del Trentino Alto-Adige, il tribunale che la scorsa settimana ha rigettato l'ultima istanza di abbattimento avanzata dalla Provincia.
Nello stesso comunicato, l'associazione animalista è tornata a chiedere a gran voce l'immediata liberazione dell'animale le dimissioni da parte del presidente della provincia autonoma di Trento e Bolzano.
La famiglia di Andrea: «Non accettiamo provocazioni»
«La famiglia Papi intende prendere le distanze da ricostruzioni che allo stato non trovano, secondo gli atti ufficiali, oggettivi riscontri, confidando che la relazione peritale disposta dalla Procura, quando sarà depositata, possa mettere un punto alla dolorosa vicenda».
La Provincia di Trento: «Certezza scientifica»
Da parte della Provincia di Trento non vi è nessun commento al comunicato diffuso dall'associazione Leal, ma trapela comunque la convinzione sulla correttezza analisi genetiche che hanno permesso di identificare in modo scientifico l'animale responsabile dell'aggressione di Andrea Papi, caposaldo attorno al quale sono maturati i provvedimenti di pubblica sicurezza adottati. Le analisi sono state condotte sui reperti individuati sulla vittima all'interno di un quadro valutato da Ispra.
La natura dell'attacco: esclusa l'intenzione predatoria
Non c'è solo la questione legata al tipo di impronte dentali rinvenute sul corpo di Andrea Papi. La perizia veterinaria di Loprete ha fatto luce anche sui motivi che hanno spinto l'orso (qualunque esso sia) ad attaccare il runner nei boschi.
Sempre tra le righe della relazione si legge: «In merito alla natura dell'attacco, esso è riconducibile a un tentativo protratto di allontanamento e dissuasione da parte dell'orso sulla vittima. Anche relativamente a questo aspetto, le evidenze riscontrate non consentono di classificare l'azione lesiva nè come un attacco deliberato, ne' come una predazione».
In sostanza, l'orso avrebbe ucciso il runner nel cercare di allontanarlo, forse perché spaventato dal suo arrivo improvviso tra piante del bosco. Si esclude dunque l'ipotesi che Andrea Papi fosse la preda designata di un attacco predatorio, finalizzato cioè all'accaparramento di cibo.
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Il Gazzettino