PORDENONE - Ornella Muti, intervistata su Instagram dalla figlia Naike sulla vicenda del Teatro Verdi, dice di essere stata «condannata ingiustamente», che la vicenda...
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Finora gli avvocati Bruno e Antonio Malattia non sono riusciti a incassare un euro. «Prima dell'udienza a Roma - spiega Antonio Malattia - era stato proposto un rimborso di 5mila euro, una somma inadeguata, sarebbe stata l'ennesima pressa in giro». Se la Muti liquiderà il Teatro, la sua libertà resterà intatta. In caso contrario la giustizia farà il suo corso. Non rischia il carcere. Le verrà notificato un ordine di esecuzione sospeso, che le darà tempo 30 giorni per chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali. Sull'eventuale causa civile è ancora presto per fare previsioni. «L'attrice risulta nullatenente - osserva Malattia - Pur lavorando tanto, come dice la figlia, non ha beni aggredibili. Le valutazioni le faremo al termine dell'esecuzione».
La sentenza di terzo grado è in linea con i precedenti pronunciamenti del Tribunale di Pordenone e della Corte d'appello. Nessun travisamento della prova, come sosteneva la difesa.
Secondo la Suprema Corte, era tutto preordinato. Una messinscena per non mancare alla cena di benificenza organizzata da Putin. Per questo il volo era stato prenotato il 1. dicembre 2010 con partenza il 10 dicembre da Ronchi dei Legionari, l'aeroporto più comodo, visto che la sera prima aveva recitato a Gorizia. Se aveva la laringotracheite, si chiedono i giudici, perchè non è andata da un medico a Gorizia invece di farsi mandare da Roma un certificato redatto a distanza? Di comodo è stato definito il certificato ottenuto in ospedale a San Pietroburgo, spuntato nel corso dei dibattimento. Nell'intervista su Instagram la figlia dice che la madre è andata in ospedale per validare il certificato italiano, ma l'attrice si affretta a correggerla: «Sono andata perchè stavo male». Perchè era senza voce, tanto che al galà di Putin, a differenza delle altre star, non ha potuto fare alcun discorso.
C.A. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino