L'autopsia conferma: Donato Maggi è morto folgorato

L'autopsia conferma: Donato Maggi è morto folgorato
FANNA - Folgorato da una scarica elettrica. Così è morto Donato Maggi, l'operaio interinale di 37 anni originario di Casarino (Taranto), nel suo primo giorno di...

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FANNA - Folgorato da una scarica elettrica. Così è morto Donato Maggi, l'operaio interinale di 37 anni originario di Casarino (Taranto), nel suo primo giorno di lavoro nel cementificio di Fanna, dove era alle dipendenze della Friul Montaggi Srl. I sospetti degli ispettori del lavoro dell'Azienda sanitaria e dei carabinieri di Maniago sono stati confermati dal medico legale Barbara Polo Grillo, a cui si è affidata il sostituto procuratore Monica Carraturo per far chiarezza sulle cause del decesso dell'operaio. Il magistrato ha aperto un fascicolo d'inchiesta per omicidio colposo iscrivendo sul registro degli indagati il direttore del cementificio Buzzi Unicem e i due titolari dell'azienda friulana che aveva assunto Maggi attraverso un'agenzia interinale di Udine per portare a termine dei lavori di manutenzione a Fanna.

 
L'autopsia è stata eseguita ieri pomeriggio. Il consulente della Procura ha accertato che Maggi, ex bracciante agricolo, è stato ucciso da una scarica elettrica, probabilmente a bassa tensione, 380 volt, entrata da un braccio e fuoriuscita dall'addome. Durante l'esame autoptico era presente anche un consulente di parte nominato dai difensori dei responsabili della Friul Montaggi Srl, gli avvocati Giuseppe e Carlotta Campeis, che tutelano Aldo Bertoia e Dionisio Trevisan. Per il direttore del cementificio, Franco Bombarda, i legali torinesi Mario Gebbia e Maurizio Bortolotto hanno ritenuto sufficiente il medico legale incaricato dalla Procura.

Il magistrato non ha ancora ricevuto la relazione della dottoressa Polo Grillo, ma dai primi riscontri le cause del decesso appaiono chiare. Non servono ulteriori accertamenti medico legale e già nel pomeriggio di ieri il Pm ha firmato il nulla osta affinchè la salma dell'operaio venga restituita ai familiari. Ulteriori accertamenti sono stati delegati ai tecnici dello Spisal, che coordinati dal responsabile del Servizio, Carlo Venturini, stanno ricostruendo la dinamica dell'infortunio. L'operaio aveva appena cominciato a lavorare. La ditta dove smontare una cabina di trasformazione (da 6000 a 380 volt la conversione) che doveva essere rottamata. Si tratta di una zona normalmente protetta. Il sospetto è che l'operaio sia entrato in contatto con un trasformatore dopo aver tolto una protezione.
C.A. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino