Uccide la moglie malata, lui ex comunale, lei casalinga. «Una coppia molto educata»

VENEZIA - Renato Berta, 85 anni, prima della pensione aveva lavorato a lungo nell'amministrazione comunale di Venezia, mentre la moglie Licia Zambon, 81 anni, era casalinga....

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VENEZIA - Renato Berta, 85 anni, prima della pensione aveva lavorato a lungo nell'amministrazione comunale di Venezia, mentre la moglie Licia Zambon, 81 anni, era casalinga. È questo il ritratto della coppia che viene delineato, praticamente da tutti, nel dedalo di calli e campielli a ridosso di Sant'Anna.

 
Una zona molta particolare che, oltre agli immancabili turisti che affollano i numerosi bed & breakfast che si incrociano anche nei posti più isolati, è composta anche da numerosi appartamenti nei quali vivono prevalentemente veneziani di una certa età.
 
In ramo dell'Erba, al civico 400 b in un'area compresa tra le storiche mura dell'Arsenale e via Garibaldi, la coppia era conosciuta, ma più di qualcuno non ricorda con esattezza il nome. In tanti sono venuti a conoscere i nomi dei due coniugi solamente ieri mattina. «Ma qui ci conosciamo tutti anche perché ci vediamo spesso per le calli - è il racconto comune degli abitanti - anche se poi i nomi delle persone con le quali dialoghiamo magari non li ricordiamo di preciso».
 
La palazzina gialla in cui abita la famiglia è situata all'interno di un giardino che ospita altri edifici. Per accedervi è necessario varcare un cancello nero. Tra chi abita in questi condomini c'è chi, sentendo il nome, afferma di non conoscere più di tanto la coppia e chi, invece, ricorda con diversi dettaglio i due veneziani. Anche nel supermercato di via Garibaldi e in altri negozi dell'area i cognomi dei due anziani non vengono ricordati.
«Ho sentito dire che la donna era malata - dice un uomo uscendo dalla casa - e da quello che so pare che spesso ci fossero dei forti litigi tra di loro». Percorrendo anche nella zona a ridosso dei bar e delle gelateria pochi riescono a ricordarsi con precisione di Berta.
COPPIA TRANQUILLADal palazzo esce una pensionata che ha un bel ricordo dei due. «Una coppia tranquilla, stavano spesso a casa e, soprattutto negli ultimi anni, era difficile vederli in giro per la città insieme - spiega la signora che abita in una palazzina a fianco - Se ricordo bene loro due hanno sempre vissuto in questo palazzo dove ricevevano le visite dei tre figli Elisabetta, Nicola e Chiara che, però, non vivono in città ed arrivano da fuori, mi pare che uno di loro abiti a Marghera». Nella vicina fondamenta anche un uomo che transita nella zona per far rientro a casa per il pranzo descrive la coppia come molto educata. «Due persone molto rispettose degli altri - aggiunge - qui a Castello tutti ci conosciamo ma può capitare di non conoscere il cognome».
Sulla stessa linea anche un pescatore da poco rientrato dal lavoro che apprende la notizia direttamente da una vicina che, dalla finestra della cucina proprio sopra di lui, gli spiega l'accaduto.
«Penso di aver capito di chi si tratta - afferma - lui era un uomo molto per bene. Qui ci diamo tutti una mano, se a qualcuno manca qualcosa in casa basta chiamare alla porta successiva e il problema si risolve».

IL COMUNESulla delicata vicenda anche l'amministrazione comunale già da ieri mattina ha avviato una verifica. Si è così saputo che Ca' Farsetti era informata da tempo dei problemi della donna. Ora bisognerà appurare se la famiglia avesse chiesto o meno qualche sostegno direttamente alle varie realtà che operano sul territorio comunale. Come, ad esempio, il centro Anziani di Ca' Farsetti che solitamente segue queste cose. Il tema è al vaglio degli uffici che fanno riferimento all'assessore ai Servizi sociali Simone Venturini.
G.P.B. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino