Omicidio Tulissi, gli atti del processo. Le ferite, il bastone, le pistole: i sospetti dell'imprenditore

Omicidio Tulissi, gli atti del processo
Sarà celebrato probabilmente in autunno il processo-bis per il delitto di Tatiana Tulissi. L'annullamento dell'assoluzione di Paolo Calligaris era stato accolto con...

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Sarà celebrato probabilmente in autunno il processo-bis per il delitto di Tatiana Tulissi. L'annullamento dell'assoluzione di Paolo Calligaris era stato accolto con favore dalla famiglia della vittima, che da quindici anni attende «verità e giustizia». Ma in attesa di presentarsi davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Venezia, l'imprenditore è determinato a portare avanti le proprie indagini difensive, condensate nelle sei pagine dell'esposto con cui ha chiesto e ottenuto l'apertura dell'inchiesta su Luigi Carta.


LE ANNOTAZIONI
L'atto è stato presentato il 16 settembre 2022, cioè sei giorni dopo l'assalto di Carta al centro commerciale Le Porte di Mestre. Assistito dagli avvocati Cristina Salon, Rino Battocletti e Alessandro Gamberini, Calligaris ha riletto gli atti dei vari procedimenti. «Fin dalle prime ore dopo l'omicidio i carabinieri avevano collegato il fatto a due rapine in villa avvenute in quella stessa zona», ha scritto il 53enne alla Procura di Udine. In particolare l'annotazione dei carabinieri, datata 12 novembre 2008, evidenziava che le incursioni di Tricesimo e Cividale del Friuli erano state «effettuate con identiche modalità esecutive, da un soggetto travisato di passamontagna ed armato di pistola che presentava le stesse caratteristiche antropometriche». Inoltre nel dicembre di quell'anno, dopo l'arresto di Carta per il colpo in banca a Manzano, gli stessi militari rilevavano «una seppur generica compatibilità» del sardo con il bandito delle ville, aggiungendo che «secondo una delle ipotesi investigative prese in considerazione potrebbe anche essere l'autore dell'omicidio». Rilevante per l'imputato è il fatto che i coniugi Tonutti fossero stati minacciati con pistola e bastone, «il che introduce una clamorosa corrispondenza con le ferite alla testa di Tatiana», ritenute «conseguenti al tentativo della vittima di allontanare l'aggressore». Pur non escludendo la possibilità che la donna fosse stata colpita «con lo stesso calcio della pistola», l'esposto ha ipotizzato l'uso di «un bastone o una spranga squadrata».


I sospetti di Calligaris nei confronti di Carta sono poi stati alimentati dal revolver impiegato nell'irruzione al supermercato Despar di Conegliano, «arma identica a quella utilizzata nell'omicidio», nonché dalla pistola semiautomatica impugnata a Mestre, «un'arma clandestina». L'imprenditore ha chiesto il riscontro «della sussistenza di un alibi» di Carta per l'11 novembre 2008, «la verifica della compatibilità» fra il suo piede e gli pneumatici della macchina rubata la sera prima con l'impronta e le tracce repertate sul luogo del delitto, «l'accertamento tecnico sulla compatibilità» delle armi sequestrate al 66enne con i proiettili che hanno ucciso Tatiana, «pur essendo improbabile che abbia conservato la pistola se resasi strumento di un omicidio». I risultati della perizia balistica sulla calibro 38 di Conegliano hanno però già escluso che sia la stessa arma di Manzano. Perciò ora i carabinieri la cercano nel torrente. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino