Omicidio-suicidio a Mira, l'agente e l'infermiera: dall'amore ai litigi

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MIRA - (d.tam.) La barca e la pesca erano le sue passioni. Persino la foto profilo di whatsapp era dedicata a quel legame forte con il mare, figlio probabilmente anche delle sue origini calabresi. E poi c'era il lavoro. Perché Luigi Nocco, ispettore capo della polizia di Stato, capo della seconda sezione immigrazione della questura di via Nicolodi a Marghera, durante la sua carriera si era guadagnato sul campo il rispetto dei colleghi.


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Tanto spigliato e brillante a livello professionale, tanto riservato per quanto riguarda la sfera privata. Dei colleghi, infatti, quasi nessuno sapeva che il suo matrimonio stava arrivando a un vicolo cieco. «Sapevamo che c'era stato qualche litigio - aggiunge un amico - ma sembravano quelle scaramucce innocue che si vedono in tutte le famiglie». Senza contare che Luigi non aveva certo la nomea del violento: con le pistole, in particolare, non aveva mai avuto feeling.

«UNA FAMIGLIA TRANQUILLA»​

Eppure ha premuto il grilletto contro la madre dei suoi figli (IL LUOGO DELLA TRAGEDIA - GUARDA). Sabrina Panzonato era un'infermiera all'ospedale All'Angelo di Mestre. Ieri, le sue colleghe di reparto, in Neurologia, non sono riuscite a parlare d'altro. «L'Azienda sanitaria tutta - ha scritto in una nota l'Ulss 3 - è vicina nel lutto ai familiari e al reparto, dove dal 1995 Sabrina prestava il suo servizio con competenza, dedizione ed entusiasmo sempre vivi negli anni della professione»...
 
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Il Gazzettino