Uccide la moglie e si impicca: «Non posso vivere senza di te», in un biglietto il motivo della tragedia

CASALE - «Non posso vivere senza di te». Sarebbe questo il testo del biglietto, scritto a mano "con una calligrafia traballante", secondo quanto...

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CASALE - «Non posso vivere senza di te». Sarebbe questo il testo del biglietto, scritto a mano "con una calligrafia traballante", secondo quanto riferiscono i carabinieri, trovato  nella villetta di Casale sul Sile dove vivevano Franco Gellussich, 72 anni (ne avrebbe compiuti 73 il prossimo 9 marzo) e la moglie Flora Mattucci, anche lei 72 anni. In poche righe sono spiegati i motivi che avrebbero indotto il pensionato ad uccidere la moglie e poi impiccarsi in garage. Ma al momento non risultano cartelle cliniche o esami medici che evidenziano la malattia della moglie. Secondo il medico legale la morte dei due coniugi risalirebbe ad almeno due/tre giorni fa.

LE TESTIMONIANZE
«Era da un paio di giorni che non vedevo più nessun movimento. La loro auto era sempre ferma davanti al garage. Di solito si muovevano. Invece a un certo punto sono spariti. Ho chiesto a qualche vicino se per caso sapeva qualcosa. Ma non avevano idea. Purtroppo la paura del Covid ha contribuito anche ad allontanare le persone tra loro». A parlare è una signora di 80 anni che abita proprio davanti all’abitazione dove ieri, 2 marzo, sono stati trovati i corpi senza vita di Franco Gellussich e Flora Mattucci. «Erano persone riservate, di poche parole – continua l’80enne – li vedevo quando andavo a dare le briciole agli uccellini. Ma non era mai successo nulla che potesse far pensare a difficoltà particolari».

IL RITRATTO
I due coniugi si erano trasferiti dieci anni fa in vicolo Toniolo, laterale di via Bonisiolo, a un chilometro dal centro di Casale sul Sile. La famiglia di Franco era originaria della Dalmazia. Lei, invece, era nata in Belgio. Alla fine degli anni ‘40 sua madre lasciò Lussinpiccolo, una delle isole dell’attuale Croazia, per approdare in Italia. Di seguito si erano stabiliti nel veneziano, frequentando negli ultimi anni anche la zona di Mogliano, dove la figlia Cecilia aveva frequentato la polisportiva Judo. Fino all’ultimo trasferimento a Casale. Un appartamento in una zona tranquilla. Lontano dalla confusione. Con le visite cadenzate dei figli. E la gioia dei nipotini. Fino a ieri pomeriggio, quando è crollato tutto. È stata proprio la figlia di Franco e Flora, Cecilia, 34 anni, a lanciare il disperato allarme. Dopo un’esperienza come impiegata amministrativa, oggi lavora nell’ambito del servizio clienti della Previmedical di Treviso, compagnia assicurativa specializzata nel settore della salute. Negli ultimi giorni non aveva più ricevuto notizie dai genitori. È stato questo a insospettirla e a spingerla ad andare a vedere se era tutto in ordine. E ieri pomeriggio aprendo la porta dell’abitazione si è trovata davanti a una scena agghiacciante.

SOTTO CHOC


«Non avrei mai pensato a una cosa del genere. Nei giorni scorsi mi sembrava di aver visto il portone del garage aperto. Non avevo notato problemi – racconta Francesco Bellomo, residente da 18 anni nella zona di vicolo Toniolo – ma ieri pomeriggio, verso le 17.30, ho visto arrivare la prima auto dei carabinieri». I cittadini che abitano in questa fetta di Casale sono rimasti senza parole. «Non erano persone che davano confidenza – continua Bellomo – li incrociavamo passando per la strada. Lui aveva una Mégane. E lo si vedeva spesso impegnato con dei lavoretti in garage». «Quanto accaduto è stato un fulmine a ciel sereno – aggiunge – non abbiamo mai sentito liti o contrasti. Niente di niente. Nulla che potesse far pensare a una cosa di questo tipo». Una sensazione confermata appieno anche da un’altra vicina di casa rimasta sconvolta dopo aver appreso quanto accaduto ieri pomeriggio all’interno dell’appartamento. «Erano riservati ma tranquilli. Non abbiamo mai notato alcuno screzio – conclude – inoltre sembravano stare bene anche a livello fisico. Lui ogni tanto lo vedevo girare in bicicletta. Ci si scambiava qualche saluto. Poi non si andava oltre. Nessuno di noi, comunque, avrebbe mai potuto immaginare una situazione del genere» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino