Le due sorelle Alverà uccise in un incidente a Cortina: 2 anni e 4 mesi per omicidio stradale

L'incidente sul ponte Cadore
CORTINA D’AMPEZZO - Nel giorno della loro morte, avvenuta il 6 maggio 2018, ma a distanza di tre anni, ieri è arrivata la condanna a due anni e quattro mesi di...

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CORTINA D’AMPEZZO - Nel giorno della loro morte, avvenuta il 6 maggio 2018, ma a distanza di tre anni, ieri è arrivata la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione, con quattro anni di sospensione della patente di guida, per Riccardo Zanetti Avocedo, 48 anni, di Domegge di Cadore. L’uomo è stato giudicato responsabile del decesso di Rita e Wilma Alverà, di 77 e 70 anni, che morirono nel pomeriggio di domenica 6 maggio 2018, nello scontro fra la loro utilitaria Peugeot 306 e una Audi A4. L’incidente avvenne sulla statale 51 di Alemagna, in prossimità della curva che immette sul Ponte Cadore, in comune di Pieve, dove c’è l’incrocio con la vecchia sede della statale, che scende lungo la strada della Cavalera. 


LA DINAMICA 
Dalla ricostruzione, effettuata dai carabinieri della stazione di Pieve di Cadore, che fa capo alla Compagnia di Cortina, l’Audi stava scendendo in direzione sud, quando invase la corsia opposta, finendo contro la Peugeot 306, condotta da Wilma Alverà. La Procura iscrisse subito nel registro degli indagati, con l’ipotesi di duplice omicidio stradale, il conducente della Audi, allora 45enne, che viaggiava con la sua famiglia a bordo. I carabinieri della stazione di Pieve, che eseguirono i rilievi, ascoltarono i testimoni dell’incidente, l’automobilista che seguiva l’auto e la compagna, per accertare le cause e l’esatta dinamica del sinistro. 
LA SENTENZA DEL GIP
Ieri c’è stata la sentenza, in camera di consiglio, davanti al giudice per le indagini preliminari, poiché l’imputato, accusato di omicidio stradale plurimo, ha chiesto il rito alternativo ottenendo così uno sconto di pena. La vicenda si è pertanto conclusa nello stesso giorno dell’incidente, il 6 maggio, tre anni dopo lo schianto. Quel pomeriggio di festa l’Audi impazzita finì come un proiettile contro la Peugeot, uccidendo sul colpo le due sorelle, note in paese con il soprannome di famiglia “de Desi”, in ricordo del padre Desiderio Alverà “Santabela”. Rimasero feriti anche tutti e quattro gli occupanti dell’Audi; in condizioni più gravi il figlio di otto anni. La Procura diede subito il nulla osta alla sepoltura delle due donne, senza procedere con l’autopsia, ritenendo sufficiente l’ispezione esterna, per stabilire le cause delle due morti. 
AMICI DELLA POLIZIA RISARCITI
Il giudice ha disposto pure un risarcimento di 2.500 euro a favore della Associazione sostenitori amici della polizia stradale, rappresentata dall’avvocata Alfrida Bearzotti di Cortina: «Al di là dell’acronimo, della sigla, l’associazione ha l’obiettivo di informare sulla sicurezza stradale – spiega la legale – e si è fatta promotrice di diverse campagne e leggi, dal contrasto delle stragi del sabato sera alla più recente legge sull’omicidio stradale, oppure la campagna per evitare l’abbandono di bimbi piccoli sui seggiolini delle auto chiuse. Scopo dell’associazione è incentivare la sicurezza e la prevenzione, con varie campagne sociali. Tende a intervenire, dove si verifichino reati di omicidio stradale, tanto più se aggravati dall’assunzione di sostanze alcoliche o psicotrope». 

Prima di andare in pensione e dedicarsi ad iniziative di volontariato, Wilma lavorava come infermiera all’ospedale Codivilla, Rita come commessa della Cooperativa.
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Il Gazzettino