Omicidio Orlando, chiesto aggravamento misura cautelare per Mazzega. Lui:«Non merito perdono»

Omicidio Nadia Orlando, chiesto aggravamento misura cautelare per Mazzega
UDINE - Il Procuratore generale ha chiesto l'aggravamento della misura cautelare per Francesco Mazzega, l'uomo di 38 anni nei cui confronti si sta celebrando il processo...

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UDINE - Il Procuratore generale ha chiesto l'aggravamento della misura cautelare per Francesco Mazzega, l'uomo di 38 anni nei cui confronti si sta celebrando il processo d'appello per l'omicidio della fidanzata Nadia Orlando, 21 anni di Vidulis di Dignano (Udine) soffocata la sera del 31 luglio 2017 a poca distanza da casa.


La richiesta è stata avanzata stamani davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Trieste durante l'udienza fissata per le repliche delle parti. La Procura generale ha anche ribadito la richiesta di conferma della sentenza di primo grado con condanna a 30 anni di reclusione e, al termine, 3 anni di libertà vigilata. La Corte si è quindi ritirata in camera di consiglio. La sentenza è attesa per il pomeriggio. 

«Non merito perdono. Ho paura anche a chiederlo, vista la gravità di quanto fatto». È il senso del concetto espresso da Francesco Mazzega oggi in aula in una dichiarazione spontanea resa prima che la Corte d'Assise d'Appello di Trieste si ritirasse in camera di consiglio per decidere se confermare o riformare la sentenza di condanna pronunciata in primo grado nei suoi confronti dal Gup del tribunale di Udine. Nelle dichiarazioni, Mazzega - assistito dagli avvocati Federico Carnelutti e Mariapia Maier - ha ribadito alcuni concetti già espressi proprio davanti al giudice di primo grado: non si capacita di quanto ha fatto e non sa come possa essere accaduto. L'uomo ha aggiunto di non riuscire nemmeno a sentir pronunciare più il suo nome, ora associato a un fatto tanto grave. Per la famiglia di Nadia Orlando, secondo quanto riferito dal loro legale, l'avvocato Fabio Gasparini, si tratta di «dichiarazioni abbastanza generiche, frasi di circostanza ancora del tutto insufficienti perché non spiegano i fatti».
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Il Gazzettino