«Papà, quando uscirai ucciderai anche me?»: la lettera del figlio di Mariarca

«Papà, quando uscirai ucciderai anche me?»: la lettera del figlio di Mariarca
MUSILE - I figli sono le vittime collaterali dei femminicidi. All'improvviso si ritrovano senza più una mamma e un papà. Inizialmente i nonni, gli zii cercano di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MUSILE - I figli sono le vittime collaterali dei femminicidi. All'improvviso si ritrovano senza più una mamma e un papà. Inizialmente i nonni, gli zii cercano di proteggerli, ma i bambini prima o poi arrivano a conoscere la verità, e allora iniziano le paure, la rabbia o addirittura il mutismo. È quanto accaduto anche al più piccolo dei figli di Maria Archetta (detta Mariarca) Mennella, accoltellata a morte a 38 anni, il 23 luglio 2017, dall'ex marito Antonio Ascione, pizzaiolo di 45, nell'appartamento di Musile dove la donna si era da poco trasferita da Torre del Greco con la ragazzina più grande, di 15 anni, e il bambino di 9, per cercare di rifarsi una vita dopo la separazione. «Il bambino- ha raccontato Virginia Mennella, sorella di Mariarca a Tg2 Dossier, andato in onda sabato sera chiedeva  continuamente alla nonna di telefonare alla mamma, e la nonna gli diceva che la mamma non poteva rispondere al telefono perché stava lavorando. Allora il bambino insisteva per chiamare il papà. Poi il piccolo ha iniziato ad arrabbiarsi e la nonna, che stava malissimo, gli ha detto: Mi dispiace, la mamma non c'è più perché tuo padre l'ha uccisa.  


SILENZIO

Il bambino l'ha saputo in questo modo». Una verità così sconvolgente che ora che il figlio di Maria Archetta non parla più. «Il bambino- ha detto la zia Virginia comunica solo con lettere, in cui scrive quello che prova, come sta. E mia sorella, quando lo vede giù, cerca di farlo parlare, gli chiede se vuole scrivere al papà. Nell'ultima lettera ha scritto al padre che ha paura che quando uscirà dalla galera ammazzerà anche lui come ha ammazzato la mamma. Il bambino non chiede nulla, ma te ne accorgi dagli atteggiamenti che gli mancano i genitori. E' stato deluso, perché lui adorava il papà». Servirebbe un supporto psicologico, un aiuto economico per sostenere e crescere i bambini come il figlio di Maria Archetta. Ma la nuova legge 4/2018, pur positiva, non riesce sempre a darglielo. «E questa è la beffa- ha commentato Riccardo Vizzi, dello Studio 3A che segue la famiglia negli aspetti legali, intervenuto nella trasmissione assieme all'avvocato Alberto Berardi, legale della famiglia Mennella La legge impone che la metà dei beni venga erogata subito alla famiglia a cui sono affidati i minori. Ma in questo caso, come in molti altri, il colpevole o è nullatenente o non aveva un lavoro fisso». Per l'uccisione dell' ex moglie, Antonio Ascione è stato condannato a 20 anni di carcere con il rito abbreviato.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino