VENEZIA - Il nome di Sebastiano Magnanini è legato a uno dei furti d’arti più clamorosi messi a segno in centro storico a Venezia. Era la notte fra il 13 e il 14 dicembre del...
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L’opera, valutata al tempo oltre due miliardi di lire, dovette essere sottoposta a un delicato e paziente lavoro di restauro perché i ladri staccarono la tela utilizzando, in maniera alquanto maldestra, un taglierino. La sentenza arrivò nel 1998, con tre condanne, un’assoluzione e lo stralcio della posizione di Magnanini, che era stato indicato dall’accusa come uno degli esecutori materiale del furto. Ed è appunto dal 1998 che il nome di Sebastiano Magnanini sparisce dalla ribalta dei giornali, per ricomparire tragicamente due giorni fa, con il ritrovamento del suo cadavere, legato dentro un carrello della spesa e ripescato in un canale di Londra. Da quanto di è potuto appurare, Magnanini dal 2004 era iscritto all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, e dalla sua Venezia mancava da circa 15 anni, salvo sporadici ritorni. Ha viaggiato in Colombia, Cambogia e ha vissuto anche ad Amsterdam. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino