PADOVA - «Ho visto fuggire due uomini, magri, alti circa un metro e settanta. Erano a lato dell'ufficio». È la descrizione dei due sicari fatta alla polizia...
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LA RICOSTRUZIONEQuando la polizia è arrivata, Andrea era ancora vivo. L'ambulanza l'ha trasportato al Holy Child hospital dove è spirato 40 minuti dopo essere arrivato. Erano le 21.48 quando il medico ha constatato il decesso. Troppo grave la ferita alla testa: un colpo fatale, l'ultimo di tre. I primi due l'avevano colpito a una mano e al torace. Sul posto è intervenuta la polizia scientifica, ma per il momento gli assassini non hanno ancora un nome e un volto. Gli investigatori della polizia filippina stanno scavando negli affari dell'italiano, che di recente aveva acquistato un terreno proprio di fronte all'oceano, dove aveva deciso di realizzare un resort per turisti. Secondo il fratello della vittima, Daniele Guarniero, che alla fine dell'anno scorso gli aveva liquidato le quote della società di famiglia, la Multichimica di Mestrino, proprio perché aveva deciso di chiudere con il suo passato e voltare pagina nelle Filippine, sarebbe proprio questo il motivo per cui il 49enne è stato ucciso: «Quel progetto gli è costato la vita. Aveva già comprato un terreno in una posizione splendida, ma avrà dato fastidio a qualcuno. Non è stata una rapina, è stato un regolamento di conti, un'esecuzione da criminalità organizzata».
LA MAMMAIntanto oggi l'anziana madre partirà alla volta di Manila, la capitale, per parlare di persona con le autorità che si stanno occupando delle indagini e accordarsi con l'ambasciata per il rimpatrio della salma. Andrea Guarniero era arrivato a Dauin, un villaggio sul mare nell'isola di Negros, un lembo di terra di poco più di 100 chilometri quadrati che affiora in mezzo al Pacifico, nel 2014. Aveva comprato una villa nel quartiere migliore del paesino, poco distante dalla chiesa di San Nicola Tolentino, un edificio antico, fatto in pietra grigia che spicca sul verde delle palme che lo circondano. Sognava di vivere qui una vita assieme al figlio e alla moglie che aveva conosciuto proprio durante un viaggio nelle Filippine. Un sogno mandato in frantumi da quei tre spari che hanno squarciato il silenzio della notte di giovedì in quel villaggio in riva all'oceano.
Marina Lucchin
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Il Gazzettino