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TREVISO - Un altro partecipante allo scontro tra bande di mercoledì scorso in viale IV Novembre rischia di perdere la vita. Si tratta di un operaio trentenne della ditta di proprietà di Afrim Manxhuka, il 50enne kosovaro di Selvana arrestato assieme al 32enne suo connazionale Valmir Gashi, considerati dalla Procura di Treviso i due principali responsabili della morte di Ragip Kolgeci, il 52enne massacrato a colpi di spranga e coltello davanti al bar La Musa, epilogo di una spedizione punitiva per questioni d’onore mascherate dietro a un debito di 500 euro per dei lavori edili. Denaro che il figlio della vittima avanzava, secondo gli inquirenti, proprio da Manxhuka a sua volta “creditore” nei confronti di Kolgeci in seguito a uno sgarbo nato quando entrambi abitavano in Kosovo. Mercoledì scorso, dopo un tentativo di mediazione fallito qualche ora prima nel corso di un incontro a casa di Manxhuca, i due gruppi si sono dati appuntamento in viale IV Novembre. Tra la trentina di partecipanti c’era appunto anche l’operaio kosovaro che lavora alle dipendenze del 50enne di Selvana: Raggiunto da tre coltellate alla schiena, era stato ricoverato in ospedale dopo la mattanza. Le sue condizioni erano serie ma stabili. Nelle ultime ore si sono però aggravate, tanto che rischia di essere la seconda vittima del regolamento di conti.
LE INDAGINI
Le indagini intanto proseguono per arrivare a identificare tutti i partecipanti al confronto.
GLI ACCERTAMENTI
Domani verrà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Ragip Kolgeci all’anatomopatologo Alberto Furlanetto. L’esame dovrebbe essere svolto già in giornata, o al massimo giovedì. Tra i quesiti a cui dovrà rispondere il medico legale c’è in primis la causa esatta della morte. Sono tre le ipotesi principali al vaglio: i politraumi alla testa dovuti alle sprangate ricevute, le lesioni causate dalla pugnalata all’addome o il dissanguamento per le ferite da taglio agli arti inferiori che potrebbero aver reciso l’arteria femorale. Al momento, però, pare che il colpo fatale sia stato uno di quelli alla testa. Stabilito questo, il dottor Furlanetto dovrà fare un elenco di tutte le ferite presenti sul corpo di Ragip Kolgeci, soffermandosi ovviamente su quella fatale. In base ai risultati, gli inquirenti potranno poi accertare quale sia stata l’arma del delitto e stabilire chi l’abbia brandita in seguito all’analisi delle tracce ematiche e biologiche presenti su di essa. Nel frattempo continuano le indagini riguardo alla rissa avvenuta sabato sera al Quadrilatero a Vittorio Veneto e sull’accoltellamento, sempre verificatosi nella notte tra sabato e domenica, nei pressi del locale Los Zapatas di viale della Repubblica. Il 35enne sudamericano rimasto ferito avrebbe cercato di difendere una ragazza dalla furia del fidanzato.
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