Offese, sputi e vino contro l'assistente-donna: Porto Viro ancora a porte chiuse

La terna arbitrale di PortoViro-Vigolimenese, l'assistente offesa Ambra Medici è la prima da sinistra
PORTO VIRO - I tifosi del Porto Viro vanno giù pesante contro l'assistente arbitro donna, Ambra Medici della sezione di Mestre. Così il giudice sportivo...

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PORTO VIRO - I tifosi del Porto Viro vanno giù pesante contro l'assistente arbitro donna, Ambra Medici della sezione di Mestre. Così il giudice sportivo della Figc punisce duramente la società per l'ultima gara del campionato di Promozione con la Vigoliminese, finita 1-1. Infligge al Porto Viro due gare da disputare a porte chiuse e 250 euro di multa. Niente pubblico il 31 marzo contro il Saonara Villadose e 14 aprile contro lo Spinea. Salgono così a cinque le giornate, in cinque stagioni, nelle quali il Porto Viro si è visto costretto a chiudere i cancelli per disposizione del giudice. 

LA DECISIONE DEL GIUDICE Questo quanto scritto sul comunicato della Figc: «Gli assistenti di gara riferiscono che durante la ripresa, la tifoseria del Porto Viro rivolgeva loro minacce ed insulti di estrema volgarità. In particolare contro il secondo assistente donna, con epiteti e commenti riferiti al genere, volgari ma non discriminatori. È stata oggetto anche di sputi che colpivano alla schiena. Mentre le stessa si dirigeva allo spogliatoio è stata abbondantemente bagnata dal contenuto in vino bianco di un bicchiere. La terna (arbitro Adis Kurti di Mestre, l'altro assistente Angelo Basile di Padova, ndr) non ha potuto allontanarsi dall'impianto per circa mezzora, perché una ventina di tifosi si era apportata vicino l'auto dell'arbitro, reiterando offese ed ingiurie».
Il giudice sportivo spiega poi la motivazione che lo ha indotto ad infliggere due giornate a porte chiuse: «Sono intemperanze non tollerabili, perché scadenti nei termini delle ordinarie espressioni, ancorché non commendevoli, della tifoseria meno sensibile. Rilevato tra l'altro che non emerge l'intervento da parte della dirigenza di casa per mettere freno alle proteste dei tifosi».
LA VERSIONE DEL PORTO VIRO Il direttore sportivo Luciano Vianello fa sapere la versione della società: «Su quello che è successo a fine gara non posso commentare direttamente, so quanto mi è stato riportato, in quanto ero in ospedale ad accompagnare il nostro giocatore Zanellato infortunato. Ma le venti persone che compaiono in numero sul comunicato non mi risultano, anzi, quasi nessuno è rimasto fuori. Sulle offese nella ripresa, ci sono anche state, ma non da giustificare una chiusura per due gare del campo».
Continua il racconto Vianello riprendendo i fatti a gara finita: «Mi sono recato negli spogliatoi per sincerarmi della condizioni di Zanellato, l'arbitro e l'assistente uomo erano nel corridoio in attesa che facesse la doccia l'assistente donna. Mi hanno chiesto cosa facevamo lì, ero con dei nostri dirigenti e l'allenatore, più il tecnico ospite. Ho spiegato che era per l'infortunio, aggiungendo all'arbitro che aveva ammonito Zanellato per simulazione dopo che gli era uscita la spalla. Il direttore di gara mi ha risposto, magari non dando giusto peso alle parole essendo di origine straniera guardi che se muore c'è l'assicurazione. Non ero solo, l'hanno sentito anche altri». 
Sul comunicato della Figc: «Ho letto che questo arbitro ha scritto un poema enorme, esagerato, ma tutto quello che ho visto io non giustifica due giornate di chiusura». Farete ricorso? «Ci penseremo, ma è difficile andare contro ciò che scrive un arbitro, nemmeno portando prove tivù e testimonianze. A noi è già successo due anni fa, un avversario ci scagionò sui fatti descritti dall'arbitro che lo riguardavano su offese discriminatorie, me il giudice confermò la squalifica del campo. Per dire che questa non è giustizia sportiva ma decisione sportiva, non è controbattibile, sono inutili i reclami, si va la a scaldare la sedia e basta».

IL DELEGATO ALLO SPORT Condanna l'accaduto il consigliere comunale con delega allo Sport, Michele Capanna: «Sono episodi vergognosi, io non ero in campo ma da quello che mi è stato riferito, vanno condannati senza riserve. Per questi pochi tifosi maleducati che non sanno cosa è lo sport e che valori apporta, si penalizzano tanti altri sostenitori corretti che adesso non potranno vedere le prossime due partite. Paga anche la società che non credo abbia responsabilità in questo caso, penalizzata ancora una volta per il comportamento irresponsabile di alcuni ignoranti. Mio figlio fa pugilato è c'è più rispetto in questo sport, tra virgolette più violento, o nel volley e nel rugby che nel calcio, dove l'ambiente non sempre è consono. Invece essendo uno sport importante dovrebbefare da esempio.


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Il Gazzettino