UDINE - Occupazione in frenata in provincia di Udine a testimonianza dell'incertezza che continua a caratterizzare l'economia non solo udinese, ma anche quella...
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In provincia, secondo le elaborazioni dell'Ufficio studi di Confindustria Udine su dati dell'Osservatorio del lavoro della Regione, nel periodo gennaio-marzo 2019 le assunzioni hanno riguardato 21.807 rapporti di lavoro, -8% rispetto all'anno precedente (erano 23.705 unità). Le cessazioni sono state 17.179, con un saldo positivo di 4.628 unità, inferiore però a quello registrato nel primo trimestre del 2018 (5.733).
LO SCENARIO
La maggior parte delle assunzioni, 8.953 pari al 41,1% del totale, ha interessato il terziario, in diminuzione del 10,4% rispetto al 2018. Segue il manifatturiero che, con 3.993 assunzioni, il 18,3% del totale, ha registrato un calo del 17,8%; il saldo, a seguito di 3.276 cessazioni, è stato comunque positivo, pari a 717 unità. Le costruzioni, con 1.221 assunzioni, il 5,6% del totale, segnano invece un incremento del 23,5%.
Nel complesso, la tipologia contrattuale prevalente è rappresentata dal rapporto a tempo determinato, che ha interessato 10.448 assunzioni (47,9% del totale). Seguono il lavoro in somministrazione, 3.501 assunzioni (16,1%), il rapporto a tempo indeterminato, che ha caratterizzato 2.764 assunzioni, (12.7% del totale - nel primo trimestre 2018 era il 10,2%) e il lavoro intermittente (6.9% per 1.497 assunzioni).
Nel manifatturiero la tipologia contrattuale maggiormente utilizzata resta il lavoro in somministrazione, 1.516 assunzioni (38% del totale), seguita dal lavoro a tempo determinato, 1.197 assunzioni (30%), e da quello a tempo indeterminato, 841 assunzioni (21.1%: nel primo trimestre 2018 era il 13% del totale).
I NODI APERTI
«Questi dati purtroppo non ci sorprendono commenta Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine poiché la flessione nelle assunzioni e nel saldo con le cessazioni riflette l'andamento negativo della produzione industriale, sia a livello territoriale che nazionale. In Italia, a marzo l'indice della produzione industriale è sceso dell'1,4% rispetto a marzo dello scorso anno, segnando una variazione negativa maggiore rispetto a quella registrata nell'area Euro, -0,6%. In Germania, primo paese di destinazione per le esportazioni della provincia di Udine, l'indice - come comunicato il 14 maggio dall'Eurostat -, pur segnando a marzo un recupero rispetto a febbraio del +0,4%, registra una pesante variazione negativa rispetto a marzo 2018, -2,5%. In una congiuntura che resta fragile, dunque, è difficile immaginare un aumento a breve termine dei tassi di occupazione».
«A tal proposito aggiunge la presidente degli Industriali friulani continuiamo a chiedere al Governo una riduzione del carico fiscale sul lavoro, in particolare sul cuneo fiscale dei giovani assunti, e politiche attive di orientamento agli studi e di riqualificazione del personale attualmente impiegato, perché continua a essere pesante il disallineamento tra i profili professionali richiesti dalle aziende e quelli disponibili. In una fase contraddistinta da mancanza di fiducia e stallo degli investimenti, diventa essenziale intervenire tempestivamente quantomeno su queste leve per sostenere l'occupazione laddove si crea, vale a dire nelle imprese».
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Il Gazzettino