Occupazione in frenata, le nuove assunzioni diminuite dell'8 per cento

Venerdì 17 Maggio 2019
Occupazione in frenata, le nuove assunzioni diminuite dell'8 per cento
UDINE - Occupazione in frenata in provincia di Udine a testimonianza dell'incertezza che continua a caratterizzare l'economia non solo udinese, ma anche quella dell'intera regione (la Destra Tagliamento ha già lanciato l'altro ieri un grido d'allarme per la contrazione dell'export).

In provincia, secondo le elaborazioni dell'Ufficio studi di Confindustria Udine su dati dell'Osservatorio del lavoro della Regione, nel periodo gennaio-marzo 2019 le assunzioni hanno riguardato 21.807 rapporti di lavoro, -8% rispetto all'anno precedente (erano 23.705 unità). Le cessazioni sono state 17.179, con un saldo positivo di 4.628 unità, inferiore però a quello registrato nel primo trimestre del 2018 (5.733).

 
LO SCENARIO
La maggior parte delle assunzioni, 8.953 pari al 41,1% del totale, ha interessato il terziario, in diminuzione del 10,4% rispetto al 2018. Segue il manifatturiero che, con 3.993 assunzioni, il 18,3% del totale, ha registrato un calo del 17,8%; il saldo, a seguito di 3.276 cessazioni, è stato comunque positivo, pari a 717 unità. Le costruzioni, con 1.221 assunzioni, il 5,6% del totale, segnano invece un incremento del 23,5%.
Nel complesso, la tipologia contrattuale prevalente è rappresentata dal rapporto a tempo determinato, che ha interessato 10.448 assunzioni (47,9% del totale). Seguono il lavoro in somministrazione, 3.501 assunzioni (16,1%), il rapporto a tempo indeterminato, che ha caratterizzato 2.764 assunzioni, (12.7% del totale - nel primo trimestre 2018 era il 10,2%) e il lavoro intermittente (6.9% per 1.497 assunzioni).
Nel manifatturiero la tipologia contrattuale maggiormente utilizzata resta il lavoro in somministrazione, 1.516 assunzioni (38% del totale), seguita dal lavoro a tempo determinato, 1.197 assunzioni (30%), e da quello a tempo indeterminato, 841 assunzioni (21.1%: nel primo trimestre 2018 era il 13% del totale).
I NODI APERTI
«Questi dati purtroppo non ci sorprendono commenta Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine poiché la flessione nelle assunzioni e nel saldo con le cessazioni riflette l'andamento negativo della produzione industriale, sia a livello territoriale che nazionale. In Italia, a marzo l'indice della produzione industriale è sceso dell'1,4% rispetto a marzo dello scorso anno, segnando una variazione negativa maggiore rispetto a quella registrata nell'area Euro, -0,6%. In Germania, primo paese di destinazione per le esportazioni della provincia di Udine, l'indice - come comunicato il 14 maggio dall'Eurostat -, pur segnando a marzo un recupero rispetto a febbraio del +0,4%, registra una pesante variazione negativa rispetto a marzo 2018, -2,5%. In una congiuntura che resta fragile, dunque, è difficile immaginare un aumento a breve termine dei tassi di occupazione».
«A tal proposito aggiunge la presidente degli Industriali friulani continuiamo a chiedere al Governo una riduzione del carico fiscale sul lavoro, in particolare sul cuneo fiscale dei giovani assunti, e politiche attive di orientamento agli studi e di riqualificazione del personale attualmente impiegato, perché continua a essere pesante il disallineamento tra i profili professionali richiesti dalle aziende e quelli disponibili. In una fase contraddistinta da mancanza di fiducia e stallo degli investimenti, diventa essenziale intervenire tempestivamente quantomeno su queste leve per sostenere l'occupazione laddove si crea, vale a dire nelle imprese».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci