Occupano il distretto sanitario: è diventato l'hotel degli sbandati

MESTRE - Potevano sembrare i rapinatori di Heat la sfida, film cult del 1995 di Michael Mann, solo che Robert De Niro e Val Kilmer non si sarebbero mai filati un vecchio...

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MESTRE - Potevano sembrare i rapinatori di Heat la sfida, film cult del 1995 di Michael Mann, solo che Robert De Niro e Val Kilmer non si sarebbero mai filati un vecchio distretto sanitario abbandonato da un decennio. Dopo un'oretta, divelta la grata installata all'entrata come anche alle finestre per evitare che ci entrassero sbandati, tossici spacciatori, hanno issato la bandiera del Loco, apparecchiato in strada un tavolino con torte e muffin, acceso due generatori e uno stereo e, con tute bianche e ramazza, si sono messi a ripulire l'ex distretto sanitario di via Antonio Da Mestre.

 
IL BLITZ
Insomma i giovani del collettivo Loco, assieme a quelli della Rete degli Studenti Medi di Venezia-Mestre, buttati fuori il mese scorso dall'ex Biblioteca civica di via Piave, sono rientrati dalla porta dell'ex Distretto che, dopo il fallimento della società Dng, è in mano alle banche creditrici assieme ai 6 ettari dell'ex ospedale Umberto I e ai quattro ex padiglioni non demoliti.
D'altro canto lo avevano detto («questo è solo un trasLoco») che si sarebbero ripresi un altro spazio «non per appropriarci di beni altrui ma per aprire alla città luoghi abbandonati» recita un volantino distribuito ieri assieme alle torte nel degradato pezzo di cuore cittadino tra piazza Ferretto e Candiani.
Entrare nei locali del vecchio distretto, per i mestrini con un'età che consente di ricordare quando andavano a farsi fare i prelievi, fa rivivere gli anni in cui lì c'era la cittadella della salute, quando l'Umberto I era in piedi e il quartiere era ricco e vitale anche grazie a quell'ospedale. Chi abita nei condomini che si affacciano su uno dei più grandi buchi neri di Mestre, da una decina d'anni ha di fronte un panorama fatto di macerie, sbandati, spacciatori, vegetazione selvaggia e pozzanghere dove proliferano zanzare e pantegane, e la consapevolezza che il valore del proprio appartamento è precipitato.
L'occupazione è illegittima come ogni iniziativa del genere, specie se ai danni di edifici e spazi privati: l'ex distretto, come gli altri quattro ex padiglioni ospedalieri e quasi due ettari di terreno, doveva essere trasferito al Comune gratuitamente dalla proprietà dell'area ma col fallimento è saltata anche la convenzione, ed è un miracolo se è ancora aperto il parcheggio. 
IL DECRETO SICUREZZA
Però la sessantina di ragazzi che da ieri pomeriggio si sono insediati abusivamente in via Antonio Da Mestre vogliono ricordare alla città che fino a dieci anni fa quei luoghi erano vivi e che il nuovo, bellissimo anche se pieno di problemi, ospedale dell'Angelo non ha ripagato la perdita del Civile.
L'occupazione è probabilmente la prima in Italia dopo l'entrata in vigore del Decreto sicurezza del Governo, con le nuove norme che obbligano a stilare un elenco degli immobili occupati e di pianificare gli sgomberi. Ieri, mentre quelli del Loco e della Rete degli studenti continuavano a ripulire l'edificio e l'area verde, gli agenti della Digos si limitavano a riprendere con la telecamera. Ora sarà da vedere cosa decideranno questore e prefetto.

Gli occupanti, dopo un mese passato a organizzare attività nei parchi avendo perduto l'ex Biblioteca dove stavano dal 2014 e che diventerà un pezzo del nuovo bistrot, non hanno intenzione di muoversi: «È un altro luogo simbolico della città, parte del buco nero indice delle fallimentarie scelte di sviluppo cittadino dell'ultimo decennio - commentava Nicolò Onesto di Loco, il giovane che due anni fa in un'assemblea aveva avuto un battibecco col sindaco Brugnaro -. I quartieri diventano dormitori per turisti ma noi proponiamo che giovani e cittadini si rimbocchino le maniche».
Elisio Trevisan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino