Decreto dignità, forte aumento dei contratti di lavoro "stabili" in Veneto

Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto al lavoro
VENEZIA Il decreto Dignità sembra funzionare. Almeno nel Veneto. Lo evidenzia, in base ai dati veramente super-tempestivi dell'Osservatorio di Veneto Lavoro,...

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VENEZIA Il decreto Dignità sembra funzionare. Almeno nel Veneto. Lo evidenzia, in base ai dati veramente super-tempestivi dell'Osservatorio di Veneto Lavoro, l'assessore regionale veneto al Lavoro, Elena Donazzan. Nel 2018, secondo quanto emerge dai primi dati dell'Osservatorio, i posti di lavoro dipendente sono aumentati, in Veneto, di circa 25mila unità, confermando una crescita del mercato del lavoro regionale che prosegue ormai da quattro anni e ha ampiamente recuperato la perdita registrata durante la Grande Crisi.

A crescere sono i rapporti di lavoro a tempo indeterminato e in apprendistato: questi contratti stabili aumentano nel Veneto di ben 30.700 unità, a fronte di una netta contrazione (-5.400 posti) dei contratti di lavoro a termine.
 

L'analisi dell'Osservatorio di Veneto Lavoro consente anche di dare una prima valutazione sugli effetti del decreto Dignità, approvato nell'estate dell'anno scorso e pienamente operativo da Novembre. La norma, che ha introdotto forti restrizioni alla facoltà delle aziende di ricorrere ai contratti a termine, sembrerebbe infatti non estranea alla crescita delle trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Le stabilizzazioni sono raddoppiate nel 2018 (60mila contro le 30mila registrate nel 2017) e il trend si è irrobustito nel quarto trimestre dell'anno, quando circa metà dei nuovi contratti a tempo indeterminato sono nati proprio dalla trasformazione di precedenti contratti a termine. «Il Veneto è la prima Regione in Italia a poter fornire dati così tempestivi e dettagliati sul 2018 e a poter dare qualche indicazione sugli effetti concreti del Decreto Dignità - annota Elena Donazzan, assessore veneto al lavoro - I dati mostrano come la nuova normativa abbia contribuito a far aumentare i contratti a tempo indeterminato, anche se non è ancora possibile stabilire in quale misura. Ma intanto apprendiamo con soddisfazione che i contratti stabili sono tornati a crescere». TIMORI Raffaella Caprioglio, delegata di Confindustria Veneto alle relazioni industriali, mette però in guardia: «Bisogna essere consapevoli che il saldo positivo del 2018 delle posizioni di lavoro dipendente (+25mila), si inserisce all'interno di una dinamica occupazionale che vede, purtroppo, nel IV trimestre 2018, una forte riduzione dei posti di lavoro, con un saldo trimestrale negativo pari a ben -59mila unità. Se i primi sei mesi dell'anno hanno registrato una crescita, a partire dal secondo semestre i numeri del lavoro dipendente hanno avuto un drastico calo. Introdurre regole più rigide per l'attivazione di contratti a termine può avere ricadute negative sul mercato del lavoro». Alvise Fontanella © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino