OCCHIOBELLO (ROVIGO) - È sbucato fuori all'improvviso con un coltello in mano e il volto parzialmente coperto, facendosi consegnare la borsa dalle donne scelte...
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MODUS OPERANDILa rapina, con le identiche modalità della prima e con un'uguale descrizione fatta del soggetto che l'ha compiuta, che si sarebbe mosso in sella a una bicicletta, ha avuto come vittime due giovani donne massesi che avevano approfittato della giornata quasi primaverile di sabato per una corsa in una zona incantevole come quella che si apre in quel tratto di argine del Po, e che sono state alleggerite di cellulare e borsello.
In entrambi i casi le vittime si sono poi rivolte ai carabinieri per denunciare quanto subito e i militari stanno indagando per risalire all'identità del rapinatore. Dagli elementi raccolti, ci sarebbero pochi dubbi sul fatto che entrambi gli episodi siano riconducibili a una stessa persona. Un elemento potrebbe complicare le indagini. Oltre a essere state analogamente compiute lungo l'argine, seppur ad una distanza di una trentina di chilometri, le due rapine hanno un altro elemento in comune: il punto di azione del malvivente è stato in tutte e due le rapine poco distante da un ponte. Che in un caso permette di passare in pochi istanti in territorio ferrarese, nell'altro, invece, fa sconfinare a Sermide, nel Mantovano. Aspetto che il rapinatore potrebbe aver tenuto in considerazione prima di colpire. Dalle modalità non sembrerebbe trattarsi di una persona che si è mossa con un piano preordinato, quanto piuttosto spinta dalla disperazione. A fronte della gravità del reato di cui si è macchiato con il suo duplice agguato, infatti, ha messo insieme un bottino decisamente magro, pochi euro in tutto.
La cosa più importante è che, tuttavia, nonostante l'ansia vissuta in quei brutti momenti ed il rammarico per quanto rubato, le vittime non hanno avuto conseguenze fisiche di nessun tipo.
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino