Le oasi delle dune fossili in preda ai vandali e ai bracconieri

Dune fossili a Rosolina
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ROSOLINA - (E. Gar.) L’oasi delle dune fossili di via Maria Angela Marangon, ma il discorso potrebbe valere anche per quella “gemella” di Volto, è preda di vandali, balordi e bracconieri. La denuncia viene da cittadini impegnati anche in Legambiente che da anni, inascoltati, continuano a porre il problema della effettiva tutela di un’area che racchiude un patrimonio storico ed ambientale unico. «Purtroppo l’Oasi è diventata terra di nessuno - affermano sconsolati Leone Boaretto e Giovanni Carlin- la zona viene utilizzata come rifugio per chi vuole bere, fumare o fare altro di nascosto, come testimoniano i rifiuti lasciati sul manto di muschi e licheni antichi; parte della palizzata che segue e delimita il tracciato della ferrovia è stato rubata, distrutta o utilizzata per accendere falò; ed infine tre grandi buchi nella recinzione, due sul lato della casa di riposo e uno sul lato della strada, dimostrano che anche i bracconieri entrano nell’Oasi con i loro cani per cacciare le mini-lepri, qualche raro fagiano o la selvaggina di passaggio».

LE INCURSIONI


Che si tratti di vandali, balordi, incivili o bracconieri, il dato di fatto è che il progetto di riqualificazione delle due Oasi delle dune fossili, realizzato con fondi per circa 200mila euro da Gal e Comune, non sta realizzando gli scopi per cui era stato promosso e, anzi, il tempo, l’incuria, i danneggiamenti e le spoliazioni, stanno mettendo a rischio quanto si voleva invece proteggere. «Come Legambiente abbiamo più volte segnalato la situazione al Comune e abbiamo anche proposto qualche intervento che sarebbe necessario - continuano Boaretto e Carlin - in primo luogo andrebbe recintato l’intero perimetro dell’Oasi e l’accesso chiuso da un cancello con catena e lucchetto, in previsione dell’affidamento della gestione dell’Oasi per la sua valorizzazione che finalmente permetterà di controllarne gli accessi. Ma nel frattempo qualche forma di sorveglianza potrebbe essere svolta anche utilizzando le fototrappole e, come proponiamo da sempre, mediante l’istituzione della figura degli ‘Ausiliari ambientali’ che potrebbero coinvolgere tanti cittadini nella tutela dei beni comuni».
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Il Gazzettino