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ROVIGO - Come se non bastasse la scarsità di pioggia a flagellare le campagne polesane, ci si mette la particolare prolificità delle nutrie, animale originario del Sud America e importato nei primi anni 30 in Italia per l'allevamento da pelliccia, poi moltiplicatosi in modo incontrollato in tutto l'areale padano. È la Cia a lanciare un nuovo allarme sulle presenze del roditore. «Secondo diverse testimonianze di agricoltori, la percezione è che quest'anno il numero sia quasi raddoppiato rispetto al 2022, quando ne furono censite almeno 200mila. Oggi si muovono addirittura in branchi, a gruppi di quattro o cinque, un fenomeno nuovo, e devastano le arginature dei canali e degli scoli, dove sono solite praticare profondi fori nei quali trovano riparo».
GUAI ULTERIORI
Oltre ai problemi idraulici, le nutrie sono un problema anche per alcune tipologie di colture.
PRIMI INTERVENTI
Intanto è stato approvato un finanziamento di oltre 200mila euro per l'acquisto di gabbie da cattura e per il compenso ai cacciatori autorizzati al contenimento, secondo quanto stabilito dal Piano regionale: «Si tratta di un primo passo - precisa Faccini - cui ne dovranno seguire altri. Auspichiamo anche una presa di posizione da parte dello Stato, per quanto di competenza. In ogni caso, attualmente la Regione rimane il soggetto attuatore del Piano e continuerà a coordinarsi con i corpi di polizia provinciale. Da anni sosteniamo con forza la modifica della legge 157 del 1992, sulla protezione della fauna selvatica: nell'attuale contesto serve andare al di là del principio della protezione per giungere a quello di una corretta gestione della fauna selvatica. Pare ci sia un'apertura in tal senso da parte del Governo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino