Sparano e poi seviziano una nutria, è caccia agli aguzzini

Sparano e poi seviziano una nutria, è caccia agli aguzzini
Presa a fucilate e colpita a colpi di rastrello. Un accanimento feroce quello di alcune persone, per ora ignote, nei confronti di una nutria, la cui unica colpa è stata...

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Presa a fucilate e colpita a colpi di rastrello. Un accanimento feroce quello di alcune persone, per ora ignote, nei confronti di una nutria, la cui unica colpa è stata quella si essere tale. L'animale, probabilmente creduto morto dai suoi aguzzini e lasciato agonizzante, è stato soccorso da un giovane e trasportato in una clinica veterinaria dove però è morto. L'episodio a Dosson di Casier. Del caso si stanno occupando ora le guardie zoofile dell'Oipa che indagano per dare un volto e un nome ai responsabili. È probabile che sulla carcassa venga eseguito un esame autoptico da parte dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Treviso.

A raccontare l'episodio, avvenuto nella serata del 2 gennaio, è stato un giovane residente della zona, testimone di quanto accaduto e soccorritore della povera nutria. «Verso le ore 19.30 -scrive il lettore- ho visto tre persone nella via dove risiedo con in mano, credo, un rastrello e lo muovevano in un modo strano rispetto all'uso che se ne fa di solito. Ho visto che lo sbattevano e che poi spazzavano in avanti per pochi secondi fino a che mi sono affacciato e ho sentito questa frase: ora dobbiamo disinfettarlo... Siccome il giorno prima io e la mia compagna eravamo andati sotto casa nostra al parchetto e avevamo visto una nutria che si aggirava in quel momento ho capito cosa era successo. Sono corso giù e ho trovato la nutria immobilizzata che tremava con sangue dalla bocca, una zampa anteriore storta, una zampa posteriore completamente insanguinata, un occhio tumefatto, e aveva delle simil-convulsioni».

I SOCCORSIIl giovane prosegue. E descrive le condizioni pietose in cui ha trovato la bestiola. «Continuava a perdere sangue e non sapevo cosa fare cosi ho chiamato prima una clinica e poi altre - racconta - Nessuno poteva aiutarmi. In seguito ho chiamato la mia ragazza che tramite vari contatti è riuscita a recuperare l'indirizzo di una clinica, dove ci siamo recati con il povero animale. Alla nutria è stata eseguita una lastra ed è emerso che presentava vertebre rotte, fratture, un occhio ormai inesistente, le zampe malridotte ma la cosa più grave è che all'interno del cranio sono stati trovati tre pallini di piombo. Se devo essere sincero questa ultima cosa mi ha fatto venire i brividi e onestamente non capisco tutt'ora questa crudeltà verso un animale indifeso. Adesso, alle forze dell'ordine chiedo di andare fino in fondo a questa storia perché chi si è macchiato di queste torture deve pagare per quello che ha fatto. Questo è un comportamento disumano». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino