Il Nord-est viaggia spedito ai livelli del resto dell'Europa e come la Germania (+1,4%), il Centro e il Nord-Ovest si muovono con qualche difficoltà, il...
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TRE VELOCITÀ
E allora vediamola questa Italia a tre velocità. A fronte di un Pil che a livello di media nazionale nel 2018 è cresciuto dello 0,9% (stima preliminare), l'area compresa tra Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna (il Nord-Est appunto) ha messo a segno un pregevole +1,4%. Un risultato raggiunto soprattutto per le più che buone performance dei settori agricoltura (+3,6%) e dell'industria (+3,2%). Molto bene anche il valore aggiunto del settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+2%). Ha ripreso a camminare anche il settore delle costruzioni (+1,6%).
Quello che è sempre stato il punto forte del Sud, l'agricoltura, nel 2018 invece ha rappresentato una zavorra. Clima e Xylella hanno devastato molte piantagioni, soprattutto di olive. Il risultato del Pil nell'intero settore agricolo è stato un disastro: -2,7%. L'industria ha confermato la sua atavica debolezza (+0,4%); commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni hanno ovviamente patito un sistema economico fermo e tutti insieme hanno realizzato +0,6%. Stessa sorte per i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+0,7%).
LE COSTRUZIONI
L'unico settore che ha ripreso a correre è quello delle costruzioni (+4,1%), ed è solo grazie a questo buon risultato che il Mezzogiorno nel suo complesso ha realizzato una crescita del Pil dello 0,4%. Non è nemmeno un terzo di quanto realizzato nel Nord-Est.
Restano invece vicinissimi alla media nazionale le aree del Nord-Ovest e del Centro, entrambe con incrementi del Pil pari allo 0,8%. Anche in questo caso è l'agricoltura a mostrare la performance migliore (+4,7%), ma variazioni positive si registrano pure nell'industria (+2,9%) e nelle costruzioni (+2,7%).
Ovviamente anche sul fronte occupazione (misurata in termini di numero di occupati) la situazione presenta dinamiche molto diverse. Nel Nord-Est, dove addirittura c'è carenza di manodopera, gli occupati sono cresciuti dell'1,1%. Nelle regioni del Nord-ovest e in quelle del Centro la crescita è dello 0,9% in linea con la media nazionale. Nel Mezzogiorno, che già soffre di una disoccupazione altissima, l'incremento si è fermato allo 0,7%.
Il Sud non ha ancora recuperato i posti di lavoro persi durante la crisi: rispetto al 2008 l'occupazione è sotto del 4% che in numeri assoluti significa 260.000 posti di lavoro in meno.
L'Istat ieri ha reso noto anche il rapporto deficit/Pil della Pa nel primo trimestre di quest'anno che si è attestato al 4,1%. Nello stesso periodo del 2018 era del 4,2%. Il leggero calo dell'incidenza del deficit sul Pil è dovuto ad una dinamica tendenziale delle entrate (+1,6%) un po' superiore rispetto a quella delle uscite (+1,4%).
Giusy Franzese
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Il Gazzettino