Non pagò le tasse per garantire la busta paga agli operai: condannato

Augusto Antonucci
PORDENONE - Il vento della crisi, che dal 2009 in poi sconquassò buona parte delle aziende del mobile, travolse anche l'Acheo Srl di San Vito al Tagliamento. Augusto...

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PORDENONE - Il vento della crisi, che dal 2009 in poi sconquassò buona parte delle aziende del mobile, travolse anche l'Acheo Srl di San Vito al Tagliamento. Augusto Antonucci, 79 anni, di Chions, già presidente di Unindustria Pordenone, della Camera di commercio ed ex assessore regionale della giunta Illy si ritrovò senza liquidità. Ipotecò la casa per 650mila euro, rinunciò a stipendi, dividendi e si rivolse inutilmente alle banche. Nel 2014, in qualità di sostituto d'imposta, non versò nei termini le ritenute 2013 per un importo di 226.725 euro. «Aveva 38 dipendenti - hanno spiegato ieri i suoi legali - Costavano 1 milione di euro al mese e quell'anno decise di non pagare le ritenute per salvare la società». Un comportamento che gli è costato un'imputazione per omesso versamento di ritenute e una condanna a 10 mesi di reclusione (pena sospesa), a cui si aggiunge la confisca della somma dovuta all'Agenzia delle entrate. Così ha deciso ieri il giudice Piera Binotto accogliendo la richiesta del pm Andrea Del Missier. Antonucci è stato condannato anche alle pene accessorie in materia di interdizione.


«Non è punibile chi preferisce pagare gli operai», avevano invece insistito gli avvocati Cristiano Biadene e Alessandro Alfano ricordando al giudice una sentenza della Cassazione, una del Tribunale di Milano e, non da ultimo, il pronunciamento dello stesso Tribunale di Pordenone sul caso di Diego Lorenzon, l'imprenditore di Cordovado che prima di morire riuscì a salvare la sua azienda di San Michele al Tagliamento posticipando il pagamento dei debiti contratti con il Fisco. «Una condotta - ha detto l'avvocato Biadene ricalcando le motivazioni della sentenza pordenonese - che per quanto volontariamente tenuta deve considerarsi imposta da circostanze eccezionali. Antonucci non versò nei termini i 226mila euro per salvare la società»...
 
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Il Gazzettino