La linea dura dell'Usl premia: 200 operatori no vax cambiano idea

Vaccino ai medici
UDINE - Da quando sono partite le lettere di richiamo per i non ancora immunizzati, nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale si sono vaccinati circa 200 fra...

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UDINE - Da quando sono partite le lettere di richiamo per i non ancora immunizzati, nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale si sono vaccinati circa 200 fra medici, infermieri e operatori sociosanitari. Lo dicono i dati della stessa AsuFc, a qualche settimana dalle missive. Si è “erosa” una fetta dei non immunizzati, che erano oltre 1.300 a maggio, secondo i dati forniti ufficialmente dal vicepresidente Riccardo Riccardi e poi dal direttore di AsuFc ai sindacati. Ora, in Azienda si calcola di aver recuperato circa il 2-3 per cento sul totale del personale. Ma resta ancora non indifferente la percentuale di sanitari non vaccinati, che, fra i dipendenti (circa 8800: al 31 dicembre scorso erano in servizio 8.770 persone) si attesta sul 12,5 per cento, visto che gli immunizzati rappresentano attualmente l’87,5 per cento. L’adesione alla profilassi con il siero anticovid sale fra i medici: ormai, in AsuFc sono vaccinati il 95 per cento dei camici bianchi.

FLASH MOB
Ieri, martedì 22 giugno, il tam tam pro vaccino ha avuto anche il suo momento flash mob, davanti al padiglione 15 dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Obiettivo sensibilizzare la popolazione. Oltre un centinaio le persone coinvolte (in una nota di AsuFc si parla di «iniziativa nata spontaneamente fra i reparti del presidio ospedaliero»), che hanno sventolato altrettanti palloncini gialli e rosa, i colori delle “primule” della campagna nazionale. «È stata una bellissima iniziativa a cui ho aderito subito. Se non fosse ancora chiaro, il messaggio è uno soltanto: AsuFc si vaccina e ci impegniamo al massimo per vaccinare tutte le persone possibili nelle prossime settimane», ha detto nella medesima nota il direttore generale Denis Caporale. Fra i medici in prima fila per il flash mob, Roberto Cocconi, che guida l’area Rischio clinico. «Quella del flash mob - spiega Cocconi - era un’idea che ci era venuta tempo fa, con Denis Caporale, perché vedevamo che bisognava dare una spinta alla campagna di vaccinazione. Erano un po’ di giorni che ci stavamo pensando. Oggi (ieri ndr) alle 9 ha detto: “Facciamola, inventati qualcosa”. E la cosa più semplice, pensando ai colori della primula simbolo della campagna, è stata quello dei palloni lilla e giallo. Non li abbiamo liberati in cielo: alcuni sono scappati via perché hanno sbagliato. Noi non inquiniamo. Bisognava solo fare il movimento». Oltre a lui, anche un buon numero di primari e dirigenti ospedalieri: «Abbiamo chiamato anche le personalità, i cosiddetti “champions” dell’ospedale, che hanno un certo seguito e visibilità. Ad esempio, Livi, Tascini, Bassi della Terapia intensiva, la professoressa Cogo di Pediatria... Tanti non siamo riusciti a contattarli. Dalle 9 alle 11 molti erano già impegnati nell’attività sanitaria». Il primario di Anestesia e rianimazione, ora in comando alla guida della Sores, Amato De Monte (che peraltro si è appena vaccinato)? «De Monte non c’era. Sono andato a cercarlo e non l’ho trovato», spiega Cocconi. È stata «una cosa estemporanea molto apprezzata. Organizzata in due ore, fra telefonate, mail e palloncini: abbiamo mandato un nostro autista a prenderli con il furgoncino». Come colonna sonora dovevano esserci i Queen don We Will Rock You, ma la cassa non funzionava. C’è chi malignerà che è stata calata dall’alto. «No, non calata dall’alto. È stata voluta fortemente dal direttore generale e appoggiata da tutti noi. È stata suggerita da Caporale e messa in atto con grande piacere. Poi, particolarmente, è venuta da me, sapendo che ho un’attività al di fuori di questo (Cocconi è un noto danzatore e coreografo ndr)».
Fra i sanitari di AsuFc mancano un migliaio abbondante di persone all’appello vaccinazione. Ma, oltre allo «zoccolo duro di quelli che non vogliono vaccinarsi», ci sono anche altri che non possono (ancora) farlo: «Una parte - ricorda Cocconi - ha avuto il covid e bisogna che aspettino tre mesi. Alcuni rientrano sicuramente in questa categoria. Altri non si possono vaccinare. Poi, ci sono le donne in gravidanza. Una parte è rappresentata dagli amministrativi e dai tecnici per cui non corre l’obbligo vaccinale. Alla fine, di sanitari sanitari, sarà la metà».

REAZIONI


La Fp Cgil con il segretario Andrea Traunero e Claudio Palma lancia un appello alla vaccinazione fra i dipendenti AsuFc non immunizzati e invita Regione e Azienda a «programmare attività di sensibilizzazione, informazione e formazione alla vaccinazione» fra medici e infermieri. Intanto dai dem Cristiano Shaurli plaude al flashmob dei sanitari, ritenuta «un segnale importante».
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Il Gazzettino