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TREVISO - Una sfilata di cinquemila persone, arrivate da tutto il Veneto. Le schiere di No pass si sono date appuntamento a Treviso. Mentre in altre province le manifestazioni venivano cancellate per paura di tensioni, nella Marca no. E qui sono quindi confluiti tutti quelli che si sentono minacciati nella loro libertà, anche se continuano liberamente a protestare e a dire la loro senza alcuna opposizione. O che invocano giù la mani dai bambini ma poi li schierano senza remore davanti al corteo, in prima fila, con le mani alzate, ennesima provocazione di dubbio gusto. Dalle 16 alle 18,30 a Treviso sfila quindi la protesta di chi è contro il certificato verde, contro la mascherina e canta il Covid si cura. Magari, nelle loro inscalfibili convinzioni, senza vaccino. E hanno sfilato in un centro pieno di eventi e visitatori creando non pochi disagi. Al punto che Federico Capraro, presidente trevigiano dell'Ascom, chiede senza troppi giri di parole: «Basta autorizzare simili manifestazioni nel centro di Treviso durante il fine settimana».
LA PARTENZA
Alle 16 il tratto di via Roma davanti alla sfera Benetton è già pieno di gente.
L'ARRIVO
La sfilata si snoda senza particolari problemi. Il corteo sfiora il mercatino di Borgo Cavour passando lungo viale D'Alviano, proprio davanti all'ingresso che introduce alla bancarelle. Tanti osservano incuriositi, compreso qualche residente che si affaccia alle finestre. Una signora urla vaccinatevi!, ma viene ricacciata metaforicamente dentro casa da fischi ed espressioni colorite. All'altezza di varco Caccianiga l'arrivo. Il fiume di gente, a quel punto almeno cinquemila persone, si distende senza soluzione di continuità lungo le Mura tra la soddisfazione degli organizzatori, tra cui Elisabetta Uccello che nel 2018 tentò di presentarsi come candidata sindaco per Casa Pound. C'è quindi il tempo per qualche intervento, per un'Ave Maria corale, e per canzoni tutte anti-Green pass.
LA PROTESTA
Tutto è filato liscio, ma per le attività del centro resta comunque il danno: «Questa presenza, pur nel rispetto delle regole civile, è stata un danno per tutte le manifestazioni previste in centro in questo fine settimana - osserva Federico Capraro, presidente trevigiano di Ascom - e assere danneggiate sono tutte quelle attività che vorrebbe approfittare di questi fine settimane così ricchi di eventi e di persone per recuperare il tempo perso durante la pandemia e i fatturati. Qui siamo di fronte all'esercizio di diritto legittimo che però lede il diritto di lavorare di tante altre persone». Capraro quindi guarda con preoccupazione alla prossimo fine settimana, quando le proteste potrebbero ripetersi: «Chiedo alle autorità, magari in maggiore accordo tra di loro, di non consentire più l'assedio delle piazze».
Il Gazzettino