OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PADOVA - «Libertà», «No Green Pass», «Giù le mani dai bambini» sono stati gli slogan che hanno fatto da sottofondo al corteo che ieri, per il secondo sabato di seguito, ha visto scendere in strada i manifestanti contrari all'introduzione del certificato vaccinale. Ranghi ridotti rispetto alla settimana scorsa, quando l'evento non autorizzato aveva portato in piazza 5mila persone. Ieri erano poco più di mille al sit-in delle 18 in piazza Duomo e circa 2mila in Prato della Valle al termine del corteo scortato dalla Digos e dalle forze dell'ordine che ha percorso via Barbarigo, via XX Settembre e via Umberto I. Tra loro uomini e donne di tutte le età, esercenti, imprenditori, operai e pure un biologo che ha sfilato in camice.
LA CAMPAGNA
Quest'ultimo, Romano Visentin, è intervenuto proprio sulla campagna vaccinale. «Un vaccino può essere utile ma deve essere sicuro, sperimentato, efficace ha spiegato. La salute è un diritto, non bisogna dividere tra No Vax e Pro Vax. Vogliamo farmaci efficaci e medici che curino a casa i 4 malati al mese di Covid che ciascuno in media ha a carico. Siamo arrivati al massimo al 50% dei ricoveri, dove era l'emergenza? Le cure servono prima di arrivare all'ospedale.
LE RIVENDICAZIONI
La principale volontà campeggiava sullo striscione in testa al corteo: Sì cure domiciliari, no Green Pass. «Non neghiamo che ci sia stata la pandemia, ma condanniamo il modo in cui è stata gestita ha dichiarato un attivista. La quarantena è applicabile per casi singoli, non per un Paese intero. La libertà è imprescindibile». Era l'opinione della maggior parte dei presenti, ma non sono mancate posizioni ben più drastiche. «Siamo da sacrificare come fossimo ebrei»; «Ci stanno sterminando coi vaccini perché entro 200 anni sulla Terra ci saranno più di 300 miliardi di persone»; «Siamo in mano a una politica fatta da psicopatici senza dio che col vaccino distingue cittadini di serie a e b, non dobbiamo dimenticare le nostre radici cristiane» hanno incitato altri prendendo la parola davanti al Duomo
LA SITUAZIONE
Al corteo nessuna insegna politica, nonostante la presenza di alcuni esponenti di Casa Pound. D'altronde sui canali social dove i partecipanti hanno organizzato l'incontro tanti avevano chiesto di mantenere toni pacati, di limitarsi a una passeggiata pacifica e di mettere al bando insulti e allusioni politiche. Cosa che non tutti però hanno fatto. Specie all'arrivo all'isola Memmia, molti hanno intonato «Zaia, Zaia, traditore» e riferimenti a una politica «Corrotta», «Che ci vuole schiavi» e «Che ci vuole tracciare attraverso i vaccini».
Alla testa del corteo Cristiano Fazzini, titolare di una pizzeria in provincia e attivista del movimento Io Apro, che ha chiesto l'autorizzazione per l'evento alla Prefettura e che sabato scorso era stato tra gli identificati passibili di denuncia. Stavolta invece l'evento era stato preannunciato e autorizzato e non ci sono stati problemi di ordine pubblico. Unico momento di tensione, quello vissuto al ponte delle Torricelle dove un passante ha insultato i manifestanti. Mezzo minuto di silenzio è invece stato dedicato a Giuseppe De Donno, medico pioniere della terapia con il plasma iperimmune contro il Covid morto suicida nel Mantovano pochi giorni fa. «Vogliamo la verità» hanno gridato in piazza.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino