Sesta edizione delle Nights at Casalini's garden: stelle e promesse del Jazz

Sesta edizione delle Nights at Casalini's garden: stelle e promesse del Jazz
Presentata la sesta edizione delle Nights at Casalini's garden che hanno l'obiettivo di portare i migliori musicisti in circolazione e farli suonare con gli allievi del...

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Presentata la sesta edizione delle Nights at Casalini's garden che hanno l'obiettivo di portare i migliori musicisti in circolazione e farli suonare con gli allievi del conservatorio. Si parte il 28 giugno, collaborazione con il Deltablues


IL FESTIVAL
Valorizzare i talenti e portare a Rovigo «il miglior jazz in circolazione», è quello che la rassegna Jazz nights at Casalini's garden, dal 2015 memorial Marco Tamburini, continua a fare dal 2013 grazie alla sinergia tra RovigoBanca e conservatorio Venezze. Sarà così anche alla sesta edizione, presentata ieri a palazzo Casalini dal presidente di RovigoBanca e del conservatorio Lorenzo Liviero, assieme al direttore artistico Stefano Onorati e a Claudio Curina, Claudio Donà e Ruggero Lucin.
Nei quattro appuntamenti dal 28 giugno al 18 luglio (ore 21, ingresso gratuito), i protagonisti principali assieme alle stelle del jazz che brilleranno sul palco dei giardini di palazzo Casalini, saranno i giovani del conservatorio rodigino. Alle Jazz nights hanno suonato John Abercrombie, nel 2017 gli Oregon, un anno fa i Bad plus: quest'anno l'appuntamento più atteso del festival sarà il 18 luglio con la Bobby Previte's classic Bump band. E almeno tre appuntamenti, uno fuori cartellone perché all'interno del Deltablues ma con la stessa attitudine, mostreranno l'interazione di talenti e musicisti famosi che Marco Tamburini coniò per l'avvio della rassegna. 
REA E SPADONICosì giovedì 4 luglio, il concerto che aprirà il piano solo del jazzista di fama internazionale Danilo Rea, sarà un progetto musicale nato all'interno del conservatorio rodigino. Il Blue flow ensemble, infatti, è stato creato dalla cantante Sara Simionato e ne fanno parte Francesco Pollon, Francesco Salmaso, Tommaso Troncon e in maggioranza allievi del Venezze, come Simionato, o suoi ex studenti: Chiara Parolo, Cristian Tiozzo, Marco Vavassori e il già diplomato Alessandro Bolsieri. Non solo: il 28 giugno, dopo il vincitore del Premio Tamburini 2018 Antonio Floris, che suonerà in quartetto, il pubblico sempre più numeroso grazie alla costante qualità delle proposte musicali, potrà ascoltare il tributo a Charles Mingus che Roberto Spadoni e la Venezze big band faranno per i 40 anni dalla scomparsa. Spadoni è docente alla Siena jazz university, direttore d'orchestra, chitarrista, compositore e tra i massimi esperti di Mingus: alle trame sonore dello spettacolo s'intreccerà la voce narrante di Marcello Brondi per raccontare Mingus come genio musicale, artista e intellettuale.
GIROTTO, PREVITE E CISI
Il 10 luglio, per l'assegnazione del Premio Marco Tamburini 2019 sarà ospite il sassofonista argentino Javier Girotto. Quest'anno è lui il presidente della giuria: sostituisce Tiziana Ghiglioni, anticipando di un anno la chiamata programmata per il 2020. Nella serata dedicata ai finalisti del Premio, Girotto si esibirà con il trio formato da Stefano Onorati, Stefano Senni e Stefano Paolini. Il 18 luglio l'atteso evento con il batterista Bobby Previte vedrà come apertura Emanuele Cisi e Alkaline jazz trio. Previte, che in carriera ha esplorato i nuovi territori della musica con John Zorn e Tim Berne, ma anche con Tom Waits nel celebre Rain dogs, a Rovigo porta il tour che celebra i 20 anni da quando i Bump si formarono. Nel 1999 si chiamavano così, di quel gruppo mancherà solo Steven Swallow. Sarà sostituito da Jerome Harris. 

Gli eventi speciali delle Jazz nights riguardano la collaborazione con il Deltablues per l'arrivo a Rovigo di Scott Henderson: l'11 luglio il chitarrista statunitense, tra i più importanti e innovativi, terrà una clinic all'auditorium Tamburini alle 16 (ingresso a 15 euro), mentre nella serata successiva suonerà al Censer (biglietto unico a 5 euro) in trio con Roman Labaye e Archibald Ligonniere, e poi insieme a una sezione di fiati della Venezze big band.
Nicola Astolfi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino