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BELLUNO - L'inverno 2022-23 va in soffitta come una stagione in cui le precipitazioni nevose sono state al di sotto della media degli ultimi quindici anni. «Lo scarto è un po' meno evidente per le stazioni prealpine rispetto a quelle dolomitiche spiega Gianni Marigo, dirigente responsabile del settore Arpav per la neve, valanghe e stabilità dei versanti presso il dipartimento regionale sicurezza del territorio . Il fenomeno si inserisce all'interno di un trend ormai di lungo periodo con dati inferiori alla media». L'anomalia più evidente è firmata dal mese di febbraio, quando nei suoi 28 giorni l'ha fatta da padrona la totale assenza di neve. Marzo è andato leggermente meglio, con precipitazioni che sono comunque state al di sotto della media stagionale. «Complessivamente aggiunge l'esperto l'ultimo inverno è stato scarso e si è caratterizzato per le frequenti zone di alta pressione, con temperature che riducono la neve al suolo per effetto della diffusione».
LA NEVE
È impietoso il confronto della sommatoria di neve fresca caduta nel periodo primo ottobre-31 marzo dal 2009 a oggi, come si evince dalla fotografia diffusa ieri sa Arpav. Il dato minimo è quello di Falcade (1200 metri) con 134 centimetri contro una media di 203 e un record i 612 nel 2014.
LA CARENZA D'ACQUA
Precipitazioni nevose scarse che quindi non hanno aiutato le risorse idriche, che tanto soffrono in questo periodo. Il mese di febbraio è stato in generale mite e secco a tutte le quote. La temperatura media è risultata ben oltre la norma (+2,6 gradi rispetto alla media). Particolarmente calda la seconda decade (+8) che è stata in assoluto preceduta solo dalla seconda del febbraio 1998 (serie storica 1990-2022). Queste temperature hanno determinato la fusione del manto nevoso lungo i versanti al sole fino in alta quota con una marcata riduzione della sca (snow cover area). Dal primo di ottobre alla fine di febbraio, il deficit di precipitazione nevosa è stata, sulle Dolomiti, del 32%. La risorsa idrica nivale è in forte calo nel bacino del Piave e del Cordevole: rispetto al 28 febbraio dell'anno scorso, essa è inferiore, rispettivamente, del 10 e 20 per cento. Nel confronto con la media 2005-2022, nel bacino guida del Piave, il deficit dal valore mediano è del 46%.
LA PIOGGIA
Nello scorso febbraio, in Veneto, sono caduti mediamente 3 mm di pioggia: mai così pochi. La media del periodo 1994-2022 è di 60 mm. Apporti simili erano stati misurati nel 1997 (4 mm), 2000 (6 mm), 2003 (7 mm) e nel 2020 (7 mm). Inoltre, negli anni 1998, 1999, 2001, 2005 e 2012 erano stati misurati contributi inferiori a 20 mm. Tra le stazioni che hanno registrato le massime precipitazioni del mese figurano, in provincia, solo Sospirolo con 12 mm e Passo Falzarego con circa 9 mm. Nella seconda metà di febbraio ci sono state piogge degne di qualche nota solo l'ultimo giorno del mese con precipitazioni in alcuni settori delle Prealpi. Nell'anno idrologico 2022-23 sono caduti sul Veneto, nei cinque mesi tra ottobre e febbraio, mediamente 307 mm di precipitazioni; la media del periodo 1994-2022 è di 446 mm. Le precipitazioni massime del periodo sono state registrate dalle stazioni di Valpore-Monte Grappa (Seren del Grappa) con 598 mm e Col Indes (Tambre d'Alpago) con 499 mm; quelle minime sono state rilevate dalle stazioni di Misurina (Auronzo) con 175 mm, Casamazzagno (Comelico Superiore) con 182 mm e Caprile con 194 mm. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino