Ca della Robinia, spuntano gli acquirenti alla sesta asta: sono sindaci del Consorzio bosco Montello

Ca della Robinia a Nervesa in stato di abbandono e con i sigilli
I sindaci del Consorzio del bosco Montello vogliono comprare Ca’ della Robinia. La sede dell’ex Disco Palace, che sarebbe dovuta diventare, grazie anche a dei fondi...

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I sindaci del Consorzio del bosco Montello vogliono comprare Ca’ della Robinia. La sede dell’ex Disco Palace, che sarebbe dovuta diventare, grazie anche a dei fondi regionali, centro per disabili ma che è sfumata in un pasticcio tuttora oggetto di una scottante vertenza legale, è andata, per la sesta volta, all’asta. Al prezzo irrisorio di 266mila euro, a fronte di un valore stimato di un milione e 400mila euro. L’ennesimo tentativo di vendita dovrebbe aver luogo l’8 aprile e, questa volta, degli acquirenti potrebbero esserci. A manifestare interesse all’acquisto sono stati, nella riunione di mercoledì, i sindaci del Consorzio del bosco Montello. Il primo ad avere l’idea è stato, alcune settimane fa, il sindaco di Montebelluna Elzo Severin, che ha fatto un giro nel cuore della collina proprio per dare un occhio a quello che, negli anni 80, era un paradiso del divertimento, e che ora si è trasformato in un luogo di degrado e abbandono. Che ha, però, le potenzialità per diventare nuovamente un gioiello. Ma come? Con l’intervento dell’ente pubblico.


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E quella che poche settimane fa era un’idea estemporanea, si sta trasformando in un piano preciso. Sembra infatti che l’idea di Severin abbia incontrato il favore dei colleghi di Montebelluna, Volpago, Giavera, Nervesa e Crocetta, ma anche di qualche esponente regionale. «Il progetto -spiega Severin- è di concorrere all’acquisto; ovviamente servono i soldi e il Consorzio non ne ha. Dovrebbero essere i singoli Comuni, invece, a partecipare. Magari con l’aiuto della Regione. E io spero che il governatore Zaia si metta una mano sul cuore, oltre che al portafoglio». A tale riguardo, sembra che dei contatti informali siano già avvenuti. Con un obiettivo specifico: quello di acquistare lo stabile per prima cosa e riprendere il vecchio progetto in un secondo momento. Affiancandolo, magari, a qualche novità. «Sarebbe auspicabile -dice Severin- trasformarlo in centro per i disabili, dandogli la destinazione per cui era nato. Penso però che sarebbe bello affiancargli anche un museo della Serenissima, alla luce del fatto che si trova proprio nel cuore del Montello e non mi risulta che esista una realtà simile nel Veneto».
MOLTEPLICI VANTAGGI

Quanto poi alla partecipazione di privati, la speranza è che eventuali interessati demordano. «In fin dei conti è un’area molto isolata -dice il sindaco di Montebelluna- E poi sarebbe bello che un progetto nato come pubblico tornasse al pubblico. Per i Comuni del Montello, peraltro, tale progetto sembra avere molteplici vantaggi. Fra l’altro, si trova non lontano dalla proprietà del Consorzio del bosco Montello e dal relativo vigneto. Ma un vigneto si trova anche all’interno dell’ex disco palace. La “sinergia”, quindi, potrebbe diventare duplice, aiutando a cancellare una volta per tutte, a prescindere dagli aspetti giudiziari, l’amarezza che la vicenda ha lasciato in chiunque ami il Montello e abbia dei ricordi legati a quello che, per i giovani degli anni 80, è stato uno dei principali luoghi di svago. Un’immagine ben diversa da quella che si è prospettata dal 2011, quando la cooperativa sociale Ca’ della Robinia, appena costituita, aveva ottenuto finanziamenti per 3,1 milioni di euro dall’assessorato alle Politiche sociali, allora guidata dal montebellunese Remo Sernagiotto, morto alcuni mesi fa per le conseguenze di un infarto. Una questione nella quale lo stesso Sernagiotto è stato coinvolto anche dal punto di vista processuale. Un processo che, su richiesta della stessa famiglia, continua perché l’estinzione del reato non è ritenuta sufficiente dai familiari a riabilitare la figura del congiunto (già “assolto” dalla Corte dei Conti) come lo sarebbe una dichiarazione di innocenza. Che è ciò cui la famiglia di Sernagiotto tiene più di ogni altra cosa.
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Il Gazzettino