SPRESIANO - «Da mamma, vedere quelle due linee che indicano l'arrivo di una vita e poi vedere quella linea orizzontale nel monitor che indica la fine di una vita...
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LA MALATTIA
La mamma ha voluto salutare così il suo Gounou Gabriele Baba, morto dopo soli 42 giorni di vita a causa di una rara meningite da escherichia coli. Poche frasi che raccontano il dramma che ha visto la famiglia passare dalla gioia per la seconda gravidanza al dolore più profondo davanti all'elettroencefalogramma piatto. Il funerale si è tenuto in forma laica all'interno del cimitero di Spresiano. E' stato un addio breve e semplice, ma estremamente toccante. Proprio come volevano Federica e il suo compagno Baba, originario dello Stato africano del Benin. Dopo le parole della mamma, la coppia ha appoggiato le mani sul piccolo feretro per alcuni interminabili istanti.
IL GESTO DI ADDIO
Poi c'è stata la sepoltura. E' stato lo stesso papà a prendere la pala per accompagnare l'ultimo viaggio del figlio. Infine, la tomba è stata ricoperta di fiori bianchi. «Ciao amore della mamma - è stata la conclusione del messaggio di Federica - grazie per l'immenso amore che ci hai donato. Adesso fai buon viaggio». Oltre cento persone si sono strette alla famiglia nel momento dell'addio. Ma idealmente in cimitero, assieme al sindaco Marco Della Pietra, c'era tutta la comunità di Spresiano. Sono tutti stretti a Federica e Baba, e all'altro loro figlio, Taane Giovanni, di appena 20 mesi.
Il piccolo Gounou Gabriele Baba era nato lo scorso 27 maggio. Tutto era andato per il meglio. Ma una volta a casa aveva cominciato ad avere delle coliche apparentemente inspiegabili. Dopo gli accertamenti è arrivata la terribile diagnosi: meningite da escherichia coli. Una forma rara, non contagiosa. I medici dell'unità di Patologia neonatale dell'ospedale di Treviso hanno fatto tutto il possibile per salvarlo. Il bambino è stato ricoverato al Ca' Foncello il 15 giugno. La diagnosi è stata complicata. I sospetti sono emersi dopo aver visto un rigonfiamento all'altezza della fontanella. Il neonato è stato sottoposto a due interventi chirurgici al cervello. Poi c'è stata la Terapia intensiva e le cure con gli antibiotici. Ma non c'è stato alcun miglioramento. Anzi, è emersa anche una resistenza ai farmaci. Per la famiglia è stato un cammino devastante. Reso ancora più complicato dall'emergenza coronavirus. Il compagno di Federica lavora per la Croce Rossa in Belgio. Il 27 maggio scorso aveva assistito al parto. Poi, il 5 giugno, era ritornato al lavoro in Belgio. E qui è stato raggiunto dalla tragica notizia della malattia del bambino. Proprio a causa del lockdown legato all'emergenza sanitaria è riuscito a rientrare in Italia solo il 26 giugno. Da quel momento la famiglia è rimasta unita fino all'ultimo saluto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino