Travaglio alle 5 del mattino, il piccolo Dante nasce in idroambulanza

Travaglio alle 5 del mattino, il piccolo Dante nasce in idroambulanza
VENEZIA - Si chiama Dante, è nato oggi a Venezia e la sua prima culla è stata una idroambulanza cullata dalle onde della laguna. Alle cinque del mattino Francesca...

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VENEZIA - Si chiama Dante, è nato oggi a Venezia e la sua prima culla è stata una idroambulanza cullata dalle onde della laguna. Alle cinque del mattino Francesca Merciari, 39 anni veneziana del sestiere di Castello, è entrata in travaglio: la donna ha chiamato l'Ospedale Civile, che ha inviato il mezzo acqueo. 

«Venezia è una città unica al mondo per mille motivi. Tra questi la perizia e l’esperienza di sanitari chiamati spesso a operare in condizioni del tutto particolari di difficoltà. Con orgoglio e ammirazione, mi complimento con l’equipaggio di un’idroambulanza dell’Ulss 3 Serenissima che oggi ha fatto nascere il piccolo Dante» commenta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commenta il fatto eccezionale accaduto oggi - 18 marzo - su un’idroambulanza a Venezia.

La vicenda
Dopo un travaglio di 15 minuti, il tragitto che va da da Rio Sant’Anna alla cavana del Suem dell’ospedale Civile, Dante è nato. Il parto è avvenuto in sicurezza anche grazie all’investimento dell’Ulss 3 Serenissima per dotare l’ospedale Civile di una speciale camera calda dedicata alle idroambulanze: l’utente barellato in arrivo non viene più sbarcato in un pontile qualsiasi e non percorre più decine di metri in fondamenta esposto alle intemperie, ma dalla cavana ha accesso diretto, protetto, isolato e riservato al pronto soccorso o ai reparti.

«Fare sanità a Venezia significa anche questo, gestire un fatto così importante e felice in condizioni del tutto eccezionali - dice il dg dell'Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. Per il resto del mondo partorire in acqua significa avere a disposizione una vasca in reparto. A Venezia, invece, partorire in acqua significa avere dei professionisti preparati anche sull’idroambulanza, mezzo di soccorso unico al mondo, e riuscire in tutta sicurezza a far partorire una donna, in una condizione anche complicata. Diamo merito agli infermieri e al personale dell’idroambulanza che hanno saputo gestire una situazione così critica secondo le prassi di massima sicurezza per la donna e per il nascituro. Un grande augurio ai genitori».

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Il Gazzettino