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SACILE - Il caro bollette di questo autunno 2022 inizia a mietere qualche vittima anche a Sacile, tra i commercianti. «Chiudo entro la fine del mese di settembre, non posso permettermi di pagare 1.200 euro di corrente elettrica al mese» è l’amaro sfogo di Marilyn Solimeno, poco più che trentenne gestrice del negozio di frutta e verdura Melarancia, di San Giovanni del Tempio.
ATTIVITÀ EFFIMERA
La sua avventura alla guida dell’attività che si affaccia sulla statale 13 è durata davvero poco: ha rilevato l’attività solo sei mesi fa. «Avevo riposto molta fiducia in questo negozio, tanto che avevo ampliato l’offerta arricchendo il reparto alimentari, portando il vino sfuso e parecchie altre proposte che prima non c’erano».
SFORTUNA DOPO SFORTUNA
In effetti Marilyn anni fa aveva gestito con successo il bar Trieste (oggi è chiuso da qualche mese anche quello), nell’omonimo viale sacilese, salvo poi cederlo intravedendo una buona chance in un’osteria da ristrutturare a Zoppè di San Vendemiano. «Io e mio marito ci avevamo fatto sopra un bell’investimento, in pratica tutti i nostri risparmi. Due mesi dopo l’apertura è arrivata la pandemia con i lockdown». La fortuna ha il suo peso, nella vita.
COSA NON HA FUNZIONATO
A San Giovanni del Tempio a mettersi di traverso è stata la situazione economica. Il caro prezzi in primis: «Un piccolo negozio non ha il potere contrattuale della catena di supermercati, nemmeno dei grandi ristoranti che garantiscono numeri. La scorsa settimana ho rischiato di comprare i pomodori datterini a 5 euro al chilogrammo. A quanto dovrei rivenderli? Improponibile». Poi il caro bollette. E ora? «Adesso lascio il Melarancia e torno dietro un banco, a Fontanafredda».
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Il Gazzettino