Aperto solo pochi mesi fa, negozio piegato dai rincari: «Dobbiamo chiudere, impossibile continuare»

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Denis De Mauro
Il negozio che chiude a Sacile

SACILE - Il caro bollette di questo autunno 2022 inizia a mietere qualche vittima anche a Sacile, tra i commercianti. «Chiudo entro la fine del mese di settembre, non posso permettermi di pagare 1.200 euro di corrente elettrica al mese» è l’amaro sfogo di Marilyn Solimeno, poco più che trentenne gestrice del negozio di frutta e verdura Melarancia, di San Giovanni del Tempio.


ATTIVITÀ EFFIMERA

La sua avventura alla guida dell’attività che si affaccia sulla statale 13 è durata davvero poco: ha rilevato l’attività solo sei mesi fa. «Avevo riposto molta fiducia in questo negozio, tanto che avevo ampliato l’offerta arricchendo il reparto alimentari, portando il vino sfuso e parecchie altre proposte che prima non c’erano».

Già, prima: nei locali che un tempo ospitavano un negozio di abbigliamento, qualche anno fa e complice la crisi dei piccoli punti vendita di vestiario, era arrivata Scoop Melarancia, riuscendo pian piano a guadagnarsi una piccola fetta di pubblico sacilese. Poi però il gestore, impegnato anche in un’altra attività, aveva preferito passare la mano. Marilyn, sacilese di nascita ma trapiantata a Fontanafredda, sposata, mamma di una bimba di due anni, sperava di aver trovato la sua occasione. «Venivo da anni passati dietro il banco, ma nel settore bar - ristorazione. Volevo qualcosa di mio e di solido dopo un’avventura finita male».


SFORTUNA DOPO SFORTUNA


In effetti Marilyn anni fa aveva gestito con successo il bar Trieste (oggi è chiuso da qualche mese anche quello), nell’omonimo viale sacilese, salvo poi cederlo intravedendo una buona chance in un’osteria da ristrutturare a Zoppè di San Vendemiano. «Io e mio marito ci avevamo fatto sopra un bell’investimento, in pratica tutti i nostri risparmi. Due mesi dopo l’apertura è arrivata la pandemia con i lockdown». La fortuna ha il suo peso, nella vita.


COSA NON HA FUNZIONATO

A San Giovanni del Tempio a mettersi di traverso è stata la situazione economica. Il caro prezzi in primis: «Un piccolo negozio non ha il potere contrattuale della catena di supermercati, nemmeno dei grandi ristoranti che garantiscono numeri. La scorsa settimana ho rischiato di comprare i pomodori datterini a 5 euro al chilogrammo. A quanto dovrei rivenderli? Improponibile». Poi il caro bollette. E ora? «Adesso lascio il Melarancia e torno dietro un banco, a Fontanafredda». 

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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