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PORDENONE - «L'opposizione tra le tenebre e la luce ci aiuta a comprendere quello che accade oggi nel nostro cuore: un'esperienza di angoscia e speranza che viviamo tutti i giorni a causa di questo virus, che colpisce forte». Con queste parole, il vescovo di Pordenone Giuseppe Pellegrini ha accompagnato i fedeli nella messa solenne celebrata nel duomo di San Marco, in centro città. Nella navata centrale della chiesa simbolo di Pordenone, tante persone. Distanziate, con la mascherina, ordinate all'entrata e all'uscita. All'esterno un'auto dei carabinieri. Alle spalle della vettura con le sirene (spente), il deserto. Il Natale in zona rossa è accompagnato dalla pioggia, che a intermittenza diventa anche diluvio. Corso Vittorio Emanuele è una lingua di ciottoli senza una voce, un passo, un tacco a far rumore sotto i portici. L'unico suono è quello prodotto dalla filodiffusione installata dal Comune per il periodo festivo. Passa musica natalizia, per nessuno. Stesse scene in corso Garibaldi e piazza xx Settembre. Lavora - per asporto - solo qualche pasticceria, e le uniche persone che si incontrano salgono subito in macchina, per raggiungere il pranzo di Natale più strano di sempre. Ci si sposta poi nel quartiere delle Grazie, dove la messa è frequentata da poco più di cinquanta persone: la chiesa è semi-vuota. Viale Treviso, una delle principali porte d'accesso alla città, sembra una stradina di campagna.
SULLE STRADE
Nelle prime ore del mattino, il traffico risultava praticamente azzerato.
Il Gazzettino