Giulio Casale prende a prestito Tenco, De Andrè, Dylan e canta contro la guerra

Giulio Casale, cantante, autore e attore, nato a Treviso ma milanese d’adozione
SAN MARTINO DI  VENEZZE -  Un concerto è il primo appuntamento del 2023 proposto da don Giuliano Zattarin, parroco dell’Unità pastorale di San...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SAN MARTINO DI  VENEZZE -  Un concerto è il primo appuntamento del 2023 proposto da don Giuliano Zattarin, parroco dell’Unità pastorale di San Martino di Venezze e Beverare. Domani, sabato, alle 21, al forum San Martino di piazzale Sandro Pertini, Giulio Casale presenterà “Di amore e di guerra”. Lo spettacolo è tratto da “The Beat goes on” che il cantante, autore e attore, nato a Treviso, ma milanese d’adozione, portò in scena dal 2010, con debutto proprio nella Marca. Casale, dopo il successo de “La canzone di Nanda”, un medley di canzoni dedicato a Fernanda Pivano, con “The Beat goes on” prosegue il suo viaggio attraverso le opere di poeti, scrittori e musicisti americani. 

BEAT GENERATION

“La canzone di Nanda” era una rivisitazione delle idee e dello spirito di quella che viene comunemente chiamata “Beat Generation”, un movimento culturale nato da un gruppo di poeti scrittori statunitensi che uscì allo scoperto intorno al 1950: tra gli esponenti principali Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso. La “Beat” rifiutava delle norme imposte dall’alto, propugnava un nuovo stile di scrittura e rigettava il materialismo imperante. Tra i movimenti che hanno radici nella Beat Generation, si possono ricordare gli hippy e i gruppi di dissenso che dall’inizio degli anni Sessanta si opposero alla guerra in Vietnam, anche con gesti eclatanti come bruciare in pubblico le cartoline precetto e dare vita a violenti scontri con la polizia e la guardia nazionale.

NOTE E MEMORIE



Ritornando a “Di amore e di guerra”, la musica è la vera protagonista dello spettacolo; musica che passa attraverso brani di vari cantautori italiani, tra i quali Luigi Tenco e Fabrizio De André, fino ad arrivare a Bob Dylan, alfiere dell’impegno per la giustizia sociale e la pace. Le canzoni sono inframmezzate dalla narrazione di episodi che sono impressi nella memoria di più generazioni. “Di amore e di guerra” è una rivisitazione dello spettacolo originale, adattato ai nostri tempi, bisognosi più che mai di pace e di una visione diversa del futuro, più attenta all’uomo e all’ambiente.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino