Padova. Un museo da annusare: al Musme si possono odorare i profumi delle piante

Il progetto ha portato alla realizzazione della parete dedicata al piacere sensoriale sollecitato dai profumi della natura

Padova, parete olfattiva al Musme
PADOVA - Le parole chiave sono su due "bolloni" gialli, attaccati al muro della sala. "Siediti", recita il primo, "annusa", dice il secondo....

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PADOVA - Le parole chiave sono su due "bolloni" gialli, attaccati al muro della sala. "Siediti", recita il primo, "annusa", dice il secondo. L'invito è ad accomodarsi su un puff per interagire con una fra 5 campane luminose, attivando le quali si accendono le cornici dei quadri con le riproduzioni di altrettante piante e nel contempo da una feritoia rotonda si sprigiona, a seconda di cosa si è scelto, il profumo di menta, melissa, camomilla, lavanda o issopo, specialità officinali con proprietà terapeutiche riconosciute fin dall'antichità e caratterizzate da un aroma intenso. Ieri al Museo di Storia della Medicina di Padova è stata inaugurata la parete olfattiva che permetterà agli ospiti di cimentarsi con questa curiosa opportunità legata da un fil rouge all'Orto Botanico realizzato nel 1545 e concepito inizialmente proprio come un laboratorio didattico d'eccellenza, per insegnare ai futuri medici gli effetti benefici delle erbe. E la novità rappresenta un tributo a questo meraviglioso luogo da anni riconosciuto Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Il progetto che ha portato alla realizzazione della parete dedicata al piacere sensoriale sollecitato dai profumi della natura è stato illustrato da Gerardo Favaretto, presidente della Fondazione Musme; Stefania Minervini, coordinatrice del Museo; Fabio Zampieri, professore di Storia della Medicina al Bo; Vincenzo Gottardo, vice presidente della Provincia, e Paolo Tramonti, amministratore unico di Bios Line, azienda locale di prodotti erboristici, che ha sostenuto l'iniziativa.

Interattività e inclusione

«Da quando abbiamo aperto il Museo - ha osservato Stefania Minervini - ci siamo detti che a caratterizzarlo dev'essere l'interattività, non solo tecnologica, in quanto il visitatore interagisce con l'ambiente con il corpo e con i sensi, per cui è stato arricchito da postazioni dove si possono toccare gli organi plastinati, ascoltare i "suoni" cardiaci o polmonari, oppure vedere con il microscopio gli agenti patogeni. Mancava però l'olfatto e quindi è stata realizzata questa parete che permette di "annusare" le piante, con un'attenzione particolare ad accessibilità e inclusione, in quanto la fruizione delle campane è assicurata sia ai bambini, che alle persone in carrozzina, mentre il resto del pubblico può sedersi sui puff. Pensare a percorsi espositivi che integrano la visita di tipi di utenza è la sfida del Musme per il prossimo triennio».
«Siamo in un luogo creativo - ha aggiunto Gottardo - che propone la cultura medica in modo moderno e interattivo, con grande appeal per adulti e bambini».


«Collaboriamo con il Musme fin dalla sua nascita - ha ricordato Tremonti - e ci piacerebbe invitare a spese nostre alcune scolaresche e poi istituire un premio per lo studente che venendo qui lancia un'idea che si possa concretizzare». Infine, sul connubio tra Medicina e piante si è soffermato Zampieri. «Studiando il dna del tartaro dei nostri cugini Neanderthal si è scoperto che pure loro facevano uso di erbe medicinali, come la camomilla che è un blando calmante, il millefoglie che ha capacità antinfiammatorie». 

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Il Gazzettino