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VENEZIA - Riaprono Palazzo Ducale e museo Correr e la città torna e rivivere. Con le immancabili code che, in effetti, erano diventate un vecchio e sbiadito ricordo. Insomma, un giovedì grasso che segna la ripartenza di Venezia, con i locali in funzione, salutata anche da alcune maschere che hanno colorato l'area marciana.
«Un primo cauto segno di normalità con cui la città si riproietta al mondo - dice Gabriella Belli, direttrice della fondazione Musei civici Venezia che commenta con estremo piacere i numerosi visitatori già in coda tra i capitelli della residenza dogale certo è una manciata di giorni ma l'augurio è che da marzo il ritmo possa già incrementare». In effetti 11, 12, 15 e 16 di febbraio Ducale e Correr aprono al pubblico, seguiti in un paio di settimane da Ca' Pesaro, Museo del Vetro, Palazzo Mocenigo e Museo di Storia Naturale, nonché dal Fortuny e Ca' Rezzonico non appena finiti i restauri. L'entusiasmo per l'occasione (diverse le disposizioni anti-covid) quasi commuove anche Maria Cristina Gribaudi, presidente Muve. «Essere qui oggi con un flusso di persone già alla porta - dice - significa tutto. Attendiamo marzo sperando nell'apertura inter regionale e nell'accesso ai musei garantito nei fine settimana. Diamo il segnale cauto ma deciso che Venezia sta ripartendo. Più che verso il turismo, parlerei di capitale umano che voglia godere della bellezza di cui la città è intrisa».
PINAULT COLLECTION
Code e almeno 800 ingressi. È il bilancio della ripartenza a Palazzo Grassi (chiuso dal 5 novembre scorso), sede della Pinault Collection insieme a Punta della Dogana. Realtà che in tempo di pandemia non hanno ricevuto alcun ristoro da parte del governo. E il motivo è semplice: «Non abbiamo chiesto nulla, sottolinea il direttore, Bruno Racine in quanto il personale non è stato in cassa integrazione. Nessuno. Che monsieur Pinault non voglia chiedere aiuti allo Stato italiano per far vedere la sua collezione, lo consideriamo un atto naturale. Non uno sforzo, ma un gesto che va lodato. Credo di poter dire che lui non ritenga opportuno fare diversamente». A varcare per prime la soglia di Palazzo Grassi, Ilaria e Silvia, studentesse di 23 e 19 anni, omaggiate da Racine con un catalogo. «Sono venuta qui dice la prima perché particolarmente interessata per via dei miei studi in Storia dell'Arte contemporanea». Di certo complice anche un ingresso gratuito esteso a veneziani e non che ha fatto gola a tanti. Segnaletica sparsa qua e là per ricordare le norme anti Covid, termoscanner per rilevare la temperatura e gel per le mani all'ingresso: la prestigiosa sede espositiva lagunare dedicata all'arte contemporanea si è organizzata così, facendo entrare le persone a scaglioni. Le mostre Henri Cartier-Bresson. Le grand jeu e quella dell'egiziano Youssef Nabil Once upon a dream saranno visitabili gratuitamente («mi sembrava un gesto da fare per la città») fino al 26 febbraio, di giovedì e venerdì dalle 10 alle 19. Poi, da marzo a fine luglio, Palazzo Grassi sarà oggetto di un intervento alle tubature che verranno sostituite in acciaio.
Ripartenza, infine anche per la Collezione Peggy Guggenheim. Ieri 130 persone hanno visitato le sale di palazzo Venier dei Leoni, immergendosi nelle meraviglie create da Picasso, Pollock, Magritte, Dalì e Vedova, per citarne alcuni. Il museo che ospita le meraviglie dell'arte internazionale novecentesca rimarrà aperto i giovedì e venerdì, dalle 10 alle 18, previa però prenotazione obbligatoria sul sito www.guggenheim-venice.it.
Costanza Francesconi
Marta Gasparon
Il Gazzettino