Muri imbrattati con le bombolette spray, il sindaco attacca

Scritte sui musi di Chioggia
CHIOGGIA - «I nostri genitori ci hanno insegnato che le cose della vita si devono meritare». Inizia così il messaggio di sdegno e condanna che il sindaco,...

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CHIOGGIA - «I nostri genitori ci hanno insegnato che le cose della vita si devono meritare». Inizia così il messaggio di sdegno e condanna che il sindaco, Mauro Armelao, ha diffuso dopo aver visto le immagini dei muri, delle serrande e dei cassonetti imbrattati da anonimi writers con le bombolette spray. Mai più avrebbe pensato che quel richiamo ai genitori dovesse valere, in maniera precisa e contingente, anche per chi aveva imbrattato con la vernice la colonna di Vigo: dei bambini dall'apparente età di sette-otto anni.

ONDATA

L'ondata di vandalismi che si è scatenata nel fine settimana appena trascorso, ha indotto, ancora una volta, la Città a interrogarsi sulla sua natura: un luogo ospitale che può ambire a rappresentare la bellezza e la cultura, o una palestra per i gesti sprezzanti di qualche maleducato? Due aspetti che, purtroppo, sembrano convivere e che inducono più di qualche riflessione. La prima l'ha fatta lo stesso Armelao, rivolgendosi agli Ultras della Curva Sud. Sarebbero loro, infatti, gli autori delle scritte ingiuriose, comparse in vari punti della città, nei confronti delle forze dell'ordine (l'ormai classico Acab, all cops are bastard), accompagnate dalla presunta firma (Curva sud, appunto) e altri confusi pensieri (dal 1984 a difesa della città) non proprio coerenti con il gesto di imbrattarne i muri. «Non era questa la risposta che mi aspettavo, visto l'impegno che mi sono assunto per riaprire la Curva sud e non solo», dice il sindaco rivolgendosi ai presunti autori dei graffiti ingiuriosi.

Ora, nulla prova che gli autori di quelle scritte siano proprio gli Ultras ma è molto probabile che si tratti di frange, forse addirittura individui isolati, che ruotano attorno a quel mondo. Persone che i tifosi dovrebbero conoscere. E, infatti, spiega Armelao: «Chiederò di parlare con il capo Ultras. Io ci sono se voi ci siete, ma così non va. Prendete le distanze da questi ignoti, con la speranza che vengano identificati. Amiamo la nostra città e rispettiamola». Ma, al sindaco, mancava ancora un tassello. Nel fine settimana, infatti, era stata vandalizzata anche la settecentesca colonna di Vigo, uno dei monumenti-simbolo della città. Non scritte offensive ma vernice verde e rossa sugli scalini e sui paracarri. Era la stessa mano o un'altra? La risposta è arrivata ieri, dall'esame dei filmati delle telecamere del centro storico. I vandali sono un gruppo di bambini di sette-otto anni, irriconoscibili per l'abbigliamento con giubbotti, berretti e mascherine, che hanno usato bombolette carnevalizie. La buona notizia è che si tratta di vernice facilmente lavabile. Quella cattiva che «anche qui ci sono genitori che non hanno fatto il loro dovere», commenta Armelao.


 

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Il Gazzettino