Muri, edicole e pensiline dei bus: nei guai due imbrattatori seriali

Muri, edicole e pensiline dei bus: nei guai due imbrattatori seriali
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TRIESTE - Avevano imbrattato la galleria San Vito appena rimessa a nuovo: nonostante pochissimi indizi, i responsabili sono stati identificati. Ma andiamo con ordine. Nella notte tra l'8 ed il 9 gennaio avevano imbrattato la galleria San Vito, appena pulita dallo sporco e dalla fuliggine, deturpandola con uno throw-up, un disegno realizzato in brevissimo tempo, con uno o pochi colori: la tecnica, per occupare più spazio possibile e rendere lo scarabocchio maggiormente visibile, è quella di adottare tratti rotondeggianti. Oltre allo throw-up erano state dipinte a vernice spray anche altre scritte più piccole. La loro firma un acronimo, KWC (Kill With Cans).  L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata affidata al Nucleo Interventi Speciali della Polizia Locale che da alcuni anni si occupa – e con successo – di questo fenomeno: la situazione questa volta però, era da subito piuttosto critica per l'assenza totale di indizi, comprese le riprese delle telecamere che, quella notte sfortunatamente, non erano operative. Ciononostante gli investigatori non si sono dati per vinti e, partendo proprio dalla scritta della galleria, hanno iniziato a cercare altri graffiti simili in città che potessero fornire loro qualche indizio sostanziale. Il metodo si è rivelato vincente: un lavoro lungo e meticoloso ha consentito di collegare l'acronimo KWC ad altri tipi di firme come CLOCK, CLOCKERS o CLK; tutti gli indizi raccolti conducevano a 2 giovani triestini, già protagonisti nel 2015 dell'operazione “Stintoretto” che aveva smascherato 6 ragazzi responsabili del deturpamento di numerosissimi edifici e manufatti in città.


Qualche giorno fa, in virtù dei concreti indizi a carico dei due indagati, sono state eseguite le perquisizioni degli appartamenti di Trieste e Udine, trovando conferma dell'ipotesi investigativa: è stato infatti sequestrato diverso materiale necessario ad imbrattare come vernici spray, pennarelli, squeezer ed un certo numero di fotografie e bozzetti ripetuti all'infinito per una manualità più veloce. Grazie a questo materiale ed alle altre prove raccolte, insieme ad un impegnativo lavoro di analisi e confronto, è stato possibile attribuire la paternità di oltre 100 scritte di vari colori e dimensioni sparse sui muri, pensiline del bus, bidoni delle immondizie, edicole, cabine di servizi vari (telefonia, posta, luce etc), pali dell'illuminazione pubblica e manufatti vari in tutta la città. Per questo motivo i due sono stati denunciati a piede libero per imbrattamento continuato con l'aggravante del concorso in reato. In un passo successivo scatteranno anche le sanzioni amministrative per aver violato il Regolamento di polizia urbana.

Ma non è finita qui: K.L. è stato denunciato anche per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio perché, durante la perquisizione nell'appartamento di Udine, ne sono state trovate di vari tipi (oppio, marijuana, cocaina, hashish e MDMA).

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Il Gazzettino