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TREVISO - Aveva dimenticato di esporre sul cruscotto il pass per disabili e così l’auto era stata rimossa da piazza Pola. A nulla era valso spiegare che si trattava di una semplice dimenticanza: la polizia locale le aveva staccato un verbale da 165 euro e 4 punti decurtati dalla patente. Ma Stefania Paoletti, 44enne disabile trevigiana, non si è arresa e ha fatto ricorso. E ha vinto la causa: ieri mattina il giudice di Pace di Treviso le ha dato ragione. «Più che la giustizia ha prevalso il buon senso - afferma l’avvocato Fabio Capraro, che aveva deciso di rappresentarla a titolo gratuito -. Dispiace che l’amministrazione comunale abbia perso l’occasione per annullare la sanzione in autotutela nel momento in cui la signora ha dimostrato di essere munita del contrassegno e di parcheggiare da anni nello stesso posto». Giustizia è fatta quindi. «Spero che il Comune non faccia appello e che la storia finisca qui senza scomodare oltre il tribunale» - conclude il legale.
IL RACCONTO
La vicenda prende inizio il 25 febbraio scorso, quando Paoletti torna a casa dal lavoro verso l’ora di cena. «Avevo mal di testa e non vedevo l’ora di tornare a casa mia - racconta la 44enne -.
LA TRAFILA
La donna così decide di andare negli uffici di via Castello d’Amore per farsi cancellare la sanzione. «Credevo che mostrando il pass disabili e il permesso per la ztl tutto si sarebbe risolto. Mi ero presentata serena, chiedendo anche scusa per la mia dimenticanza». Stando al racconto della 44enne, dagli uffici della polizia locale le venne detto di inviare la richiesta di annullamento della multa via mail allegando sia il pass disabili che il permesso per circolare nelle zone a traffico limitato. «La risposta le arriverà entro 20 giorni» le dissero. Stefania Paoletti esegue e attende riscontro. Che arriva però come una doccia fredda: impossibile cancellare la sanzione in autotutela. «Nella comunicazione c’era scritto che per chiedere la cancellazione della multa avrei dovuto rivolgermi alle autorità competenti: il giudice di pace entro 30 giorni o la prefettura entro 60». E così ha deciso di avviare l’azione legale, che si è conclusa con una vittoria.
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Il Gazzettino