Scout speed, il ricorso boccia il Comune: niente multe, ma c'è ancora la Cassazione

Il sistema di rilevazione della velocità Scout resta al centro di discussi casi giudiziari
Ci siamo. È l’ora della verità per il caso scout speed, ovvero dispositivo per il rilevamento della velocità istantanea dei veicoli, montato...

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Ci siamo. È l’ora della verità per il caso scout speed, ovvero dispositivo per il rilevamento della velocità istantanea dei veicoli, montato sull’auto della Polizia Locale di Feltre. Per due giudici in due distinti gradi di giudizio quelle sanzioni sono nulle, perché il dispositivo andava segnalato. Per il Comune non c’era l’obbligo di presegnalazione come previsto dal decreto ministeriale 2007, seguito da una recente riforma: «Gli strumenti di rilevamento della velocità dinamica non devono essere segnalati». Con questi motivi ha presentato ricorso in Cassazione: l’udienza si è tenuta ieri a Roma, ma la decisione si conoscerà solo nelle prossime ore. Attendono questa sentenza anche al Tribunale a Belluno, dove sono pendenti altri 3 ricorsi.


LA BATTAGLIA
Tutto inizia quando un automobilista di San Vendemiano (Tv), impugna, tramite l’avvocato Fabio Capraro di Treviso, una multa, che era arrivata dal Comune di Feltre. Una sanzione amministrativa inflitta dalla polizia locale, perché procedeva a 55 chilometri orari dove il limite era di 50. Un’infrazione che non è sfuggita allo «scout speed», strumento in dotazione alla polizia locale di Feltre che, installato sull’auto di servizio, permette di rilevare la velocità delle auto che incrocia. È simile a un autovelox: era nato per verificare i veicoli privi di assicurazione o con revisione scaduta, ma poi è stato utilizzato per il controllo di velocità in modalità “dinamica”, ovvero seguendo l’auto in corsa. Era il 24 marzo 2015 quando il nuovo macchinario entrò in funzione a Feltre e in poche settimane le sue «vittime» furono un migliaio. In primo grado il coraggioso automobilista trevigiano vide la multa cancellata, così come in secondo grado in Tribunale a Belluno, con sentenza del giudice Umberto Giacomelli. 


LA QUESTIONE


Il Comune ha portato le sue ragioni: si è affidato al difensore Ferdinando Coppa di Feltre, che ieri ha rimarcato i suoi motivi in Cassazione. Si tratta ora di una questione tutta di diritto: la Suprema Corte dovrà spiegare se quel decreto ministeriale, nella gerarchia delle leggi, “vale meno” del Codice della Strada che prevede invece che i controlli siano ben segnalati. Questo era l’orientamento del Tribunale di Belluno, che ha cancellato la multa. Diversa la decisione dei giudici di Rovigo che sono arrivati a conclusioni opposte confermando le sanzioni. Il ricorso è stato coordinato: oltre a Feltre, anche Rovigo. 

 

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Il Gazzettino