Allevatore alla sbarra per le mucche dal doppio passaporto

Mucche al pascolo
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BELLUNO - L’allevatore F. B., 72enne originario di Trichiana ma con allevamento a Vezzano, di Belluno, era finito alla sbarra con l’accusa di mancata esecuzione del provvedimento del giudice. L’imprenditore agricolo, nel 2016, si era visto pignorare le sue 30 mucche a causa di fatture non pagate a una ditta di mangimi. Secondo l’accusa con cui era finito a processo avrebbe spostato, o meglio avrebbe fatto macellare 6 capi, che mancavano all’appello al momento dell’intervento dell’ufficiale giudiziario  che stava procedendo al perfezionamento della vendita all’asta. Nel processo, che si è chiuso ieri in Tribunale a Belluno, è stata dimostrata l’innocenza dell’allevatore, che alla fine è stato assolto «perché il fatto non sussiste». 

È stato lo stesso pm, Gianluca Tricoli, ieri a chiedere l’assoluzione per l'allevatore, al termine delle testimonianze che avevano di fatto scagionato l'uomo (difeso dall’avvocato Monica Casagrande). Nel primo intervento dell’ufficiale giudiziario l’uomo consegnò tutti i “passaporti” che aveva, alla richiesta dei documenti per le mucche. Probabilmente tra i documenti, c’erano anche passaporti doppi (come avviene per i capi austriaci che hanno due passaporti) e ne erano finiti anche quelli di un capo macellato ormai nel 2008. Così il conteggio fatto dall’ufficiale giudiziario era di 30 mucche, quando in realtà i capi erano solo 24. Ma nessuno li ha spostati o venduti: erano 24 fin dall’inizio, come è stato provato ieri. È stato sentito anche il veterinario che andò ad accertare il peso e le condizioni dei capi prima dell’asta, ma ha spiegato che fece una stima complessiva, senza analizzare una ad una le bestie.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino