Un braccialetto per “scovare”, nella calca di un bar affollato, gli over 18. Ragazzi che, per l’aspetto, potrebbero sembrare minorenni. Ma che in realtà...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Siamo in campo Santa Margherita. Uno dei luoghi della movida veneziana, ad alta concentrazioni di locali, tanto da aver innescato tensioni nel corso degli anni con i residenti. All’inizio solo per un problema di rumori, da sempre mal sopportati in una città silenziosa come Venezia, che non ha il sottofondo del traffico. Negli ultimi anni si è aggiunto anche il problema della droga, con gli spacciatori richiamati dalla presenza di tanta gioventù. Qui, soprattutto nei fine settimana, si ritrovano giovani e giovanissimi. Si danno appuntamento nei bar del campo.
L’Orange è uno di questi, tra i più grandi di Santa Margherita, con giardino e terrazza, che organizza anche feste musicali. Tre i soci del locale. Sebastiano Costalonga, un passato da consigliere comunale e di municipalità per An e Fratelli d’Italia, è uno di loro. Ed è lui a raccontare dell’esperienza del braccialetto e a rilanciarla come soluzione anche per gli altri locali.
Costalonga, anche da padre di un ragazzino che si affaccia all’adolescenza, spiega di essersi posto un problema di coscienza, piuttosto che di natura commerciale. I controlli della Polizia municipale, in realtà, sono continui e i locali che vendono alcolici ai minorenni rischiano, oltre alla denuncia, anche di farsi chiudere il locale dal questore per uno o più giorni. Insomma un bel danno.
Ma Costalonga sottolinea, piuttosto, che «per i ragazzini l’alcol è veleno. Lo so bene, anche da padre. Purtroppo i controlli non sono facili, tanto più in un bar affollato, con la gente che preme per le ordinazioni. Mi sono posto il problema con i miei soci e insieme abbiamo trovato la soluzione del braccialetto».
Un braccialetto da distribuire ai maggiorenni “dubbi”. Così, sabato sera, uno steward all’ingresso del locale ha chiesto la carta d’identità ai clienti più giovani, quelli che potevano essere minorenni. Poi ha consegnato i braccialetti ai maggiorenni che, in caso di dubbio del barista, lo potevano mostrare per ordinare da bere. «Il sistema ha funzionato benissimo! - riferisce Costalonga - In questo modo si velocizza tutto. Il barista, nella confusione delle ordinazioni al banco, non deve chiedere la carta d’identità a tutti i giovani che potrebbero non avere 18 anni, basta che si faccia mostrare il braccialetto». E se qualcuno se lo scambia? «Abbiamo usato dei braccialetti che vanno strappati per essere tolti - precisa Costalonga - Qualcuno, magari, troverà un escamotage. Ma la cosa diventa difficile. Sabato scorso non abbiamo avuto problemi. Ripeteremo l’esperienza tutti i sabati, che è la serata dove ci sono più giovanissimi, e la vogliamo proporre anche agli altri locali. Può essere davvero una soluzione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino