Movida, l'idea di un barista: bracciale anti-alcol per "distinguere" i minori

Mercoledì 29 Gennaio 2020 di Roberta Brunetti
Movida serale in campo Santa Margherita
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Un braccialetto per “scovare”, nella calca di un bar affollato, gli over 18. Ragazzi che, per l’aspetto, potrebbero sembrare minorenni. Ma che in realtà hanno già raggiunto quella maggiore età che gli consente di ordinare uno spritz, un gin tonic o una caipirinha, senza che il bar che gliele fornisce finisca nei guai. Eccola la trovata di un locale di Venezia, che come tanti altri bar si trova a lavorare con una clientela sempre più giovane, anche under 18, che per legge non potrebbe bere alcolici. Ma come distinguere un 17 da un 18? Ispirandosi ai sistemi già sperimentati nelle discoteche o in altri luoghi di ritrovo, all’Orange bar hanno istituito l’uso del braccialetto. L’hanno provato sabato scorso. «Funziona» assicurano i soci del locale che ora lo propongono anche agli altri bar di Venezia, ma non solo.

Siamo in campo Santa Margherita. Uno dei luoghi della movida veneziana, ad alta concentrazioni di locali, tanto da aver innescato tensioni nel corso degli anni con i residenti. All’inizio solo per un problema di rumori, da sempre mal sopportati in una città silenziosa come Venezia, che non ha il sottofondo del traffico. Negli ultimi anni si è aggiunto anche il problema della droga, con gli spacciatori richiamati dalla presenza di tanta gioventù. Qui, soprattutto nei fine settimana, si ritrovano giovani e giovanissimi. Si danno appuntamento nei bar del campo.
L’Orange è uno di questi, tra i più grandi di Santa Margherita, con giardino e terrazza, che organizza anche feste musicali. Tre i soci del locale. Sebastiano Costalonga, un passato da consigliere comunale e di municipalità per An e Fratelli d’Italia, è uno di loro. Ed è lui a raccontare dell’esperienza del braccialetto e a rilanciarla come soluzione anche per gli altri locali.

Costalonga, anche da padre di un ragazzino che si affaccia all’adolescenza, spiega di essersi posto un problema di coscienza, piuttosto che di natura commerciale. I controlli della Polizia municipale, in realtà, sono continui e i locali che vendono alcolici ai minorenni rischiano, oltre alla denuncia, anche di farsi chiudere il locale dal questore per uno o più giorni. Insomma un bel danno.
Ma Costalonga sottolinea, piuttosto, che «per i ragazzini l’alcol è veleno. Lo so bene, anche da padre. Purtroppo i controlli non sono facili, tanto più in un bar affollato, con la gente che preme per le ordinazioni. Mi sono posto il problema con i miei soci e insieme abbiamo trovato la soluzione del braccialetto».

Un braccialetto da distribuire ai maggiorenni “dubbi”. Così, sabato sera, uno steward all’ingresso del locale ha chiesto la carta d’identità ai clienti più giovani, quelli che potevano essere minorenni. Poi ha consegnato i braccialetti ai maggiorenni che, in caso di dubbio del barista, lo potevano mostrare per ordinare da bere. «Il sistema ha funzionato benissimo! - riferisce Costalonga - In questo modo si velocizza tutto. Il barista, nella confusione delle ordinazioni al banco, non deve chiedere la carta d’identità a tutti i giovani che potrebbero non avere 18 anni, basta che si faccia mostrare il braccialetto». E se qualcuno se lo scambia? «Abbiamo usato dei braccialetti che vanno strappati per essere tolti - precisa Costalonga - Qualcuno, magari, troverà un escamotage. Ma la cosa diventa difficile. Sabato scorso non abbiamo avuto problemi. Ripeteremo l’esperienza tutti i sabati, che è la serata dove ci sono più giovanissimi, e la vogliamo proporre anche agli altri locali. Può essere davvero una soluzione».

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Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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