MESTRE - Adesso, per dipendenti e clienti, la partita sembra davvero chiusa. E, considerando come si era partiti e la fatica di ricomporre tutte le tessere di un puzzle...
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IL CAMBIO«Sono contento, davvero contento» commenta Roberto Ficotto, il commercialista dello Studio associato di economisti e giuristi d'impresa Ekip di Mestre, nominato commissario dal tribunale dopo il deposito della richiesta di concordato preventivo presentata all'inizio di febbraio dai legali della società mestrina, poi trasformato in fallimento a metà maggio concedendo però l'esercizio provvisorio. «In 70 giorni dall'esercizio provvisorio siamo riusciti a portare a termine la cessione delle quattro filiali più importanti, salvando tutti i 47 dipendenti rimasti - riprende Ficotto -. Mestre e Legaro sono state cedute alla Ceccato Motors di Padova, mentre le filiali di Belluno e Treviso sono passate all'Autostar di Udine. Parallelamente, sul fronte dei clienti che attendevano la consegna di auto e moto già pagate, abbiamo sottoscritto in giugno una transazione con Bmw Italia che si è presa in carico tutti i contratti. Anche questa procedura è andata avanti, con molte consegne già eseguite ed altre in corso».
DA 90 A 47I lavoratori dei saloni e delle officine che saranno riassorbiti dalle nuove proprietà sono 32 a Mestre, 5 a Legnaro, 9 a Treviso e uno a Belluno, tutti quelli che erano rimasti fedeli a Motorsport nonostante mesi di stipendi non pagati dai precedenti proprietari, cioé Aldo Preo e Roberto Ravaglia, responsabili del buco di decine di milioni che ha causato il crac della società. «Quando sono arrivato i lavoratori erano 90, ma molti in questi mesi se ne sono andati ed hanno trovato un altro posto, segno della qualità di tutto il personale di Motorsport - prosegue il curatore -. Ora verrà chiuso l'esercizio provvisorio concesso proprio per arrivare a questa vendita, e diventerà un normale fallimento con il pagamento dei fornitori. Devo ringraziare i dipendenti per la pazienza avuta in questi mesi e l'operato di tutte le sigle sindacali. Tutti hanno saputo rinunciare a qualcosa». In via Orlanda e nelle altre concessionarie Bmw si è dunque ripreso a lavorare, sotto le insegne delle nuove proprietà, dopo mesi di stop e cassa integrazione concessa per tutelare i posti di lavoro. «Con la vendita si ripristina tutto - interviene Michele Valentini della Fiom Cgil -. Questo dimostra che anche nelle situazioni peggiori, dove sono messi a rischio i posti di lavoro, con l'impegno di tutti si possono salvare dipendendi e le loro famiglie».
Fulvio Fenzo (ha collaborato Melody Fusaro) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino