Crack Motorsport: Bmw Italia si chiama fuori, i clienti si organizzano

La sede di Mestre della Motorsport, concessionaria Bmw
BELLUNO In via Orlanda, nella sede della Motorsport di Mestre, lo chiamano cambio societario in atto. Da Bmw Italia però bocche meno cucite: «C'è un...

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BELLUNO In via Orlanda, nella sede della Motorsport di Mestre, lo chiamano cambio societario in atto. Da Bmw Italia però bocche meno cucite: «C'è un curatore fallimentare che si sta occupando della vicenda. C'è quindi una procedura in corso sulla quale non possiamo fornire risposte, né alla stampa e né ai clienti che hanno acquistato vetture o moto. Per noi Motorsport è un dealer, un'entità terza imprenditoriale». Insomma, sono affari loro. E dei clienti che rischiano di perdere i soldi già versati e che, adesso, si fanno avanti uno per uno. Cercando di mettersi assieme.


 Bmw Italia, insomma, si sfila dalla vicenda del gruppo concessionario di Bmw e Mini che ha sedi anche a Portogruaro, Legnaro (Padova), Villorba (Treviso) e Belluno. I clienti, secondo il marchio tedesco, se la dovranno vedere solo con la società veneta sperando di avere indietro il denaro dato come caparra o addirittura come saldo dell'intero acquisto, anche se poi l'auto o la moto non ancora è stata consegnata.
Ai primi tre motociclisti che, dalle pagine del Gazzettino di domenica scorsa, avevano denunciato la vicenda (uno ha versato 17mila euro, un altro aveva consegnato la moto usata del valore di 11mila euro), se ne stanno sommando altri.

«All'appuntamento di domenica sera, alla Nave de Vero di Marghera, si sono aggiunti altri cinque acquirenti - raccontano -. Altri li stiamo contattando grazie alla pagina Facebook del Gazzettino che ha rilanciato la notizia. Tra i commenti abbiamo trovato decine di clienti che attendono inutilmente la consegna da mesi». Ieri, intanto, le concessionarie erano regolarmente aperte, anche se all'interno non c'erano i responsabili. «Li state cercando? Lasciate un numero di telefono e vi faremo contattare dagli avvocati». Avvocati? «Sì, sono loro che si stanno occupando della vicenda societaria. Non possiamo dire altro». 


 Roberto Toigo è segretario nazionale della Uilm. Ha pagato cash 40mila euro per quella Bmw Serie 5 che è ferma da novembre nel piazzale della sede di Belluno della filiale Motorsport. «Avevo fatto montare anche le gomme da neve ma continuano a dirmi che non possono immatricolarla perché è in corso una specie di fallimento - racconta -. E la macchina è lì, mentre i miei soldi non so dove siano finiti. Il paradosso è che si salva solo chi ha acceso un finanziamento, che scatta solo dal momento della consegna della vettura». E Toigo è anche sindacalista: «Qui tutti i dipendenti non vengono pagati da tre mesi e, alcuni, se ne sono già andati. L'unica cosa che mi sento di dire è di non disdire il contratto, che è l'unica coaa che ci può legare a Bmw Italia. Ormai ho passato tutto al mio avvocato».


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Il Gazzettino