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VENEZIA - D'accordo, la pandemia è finita. D'accordo, il turismo ha ripreso alla grande. Ma non c'è scritto da nessuna parte che per lavorare bisogna infrangere le regole della navigazione. Tutti corrono, in virtù di motori sempre più potenti, senza pensare a quello che le ode da loro provocate stanno causando alle rive della città. È un dato di fatto, tra restia (il movimento a risucchio di grandi masse d'acqua) e sciabordio le rive vengono piano piano attaccate e scavate fino a quando manca il supporto e franano. Riva degli Schiavoni è ancora in fase di ricostruzione e tanti anni fa si ricorderà che in Punta della Dogana (ben prima che aprisse il museo) c'erano dei buchi in cui si poteva infilare un remo da gondola senza toccare il fondo della cavità. Riva della Paglia si è piegata (questo da anni) e lo stesso sta succedendo alle Zattere ricostruite, dove l'erosione sta facendo il suo corso con onde di oltre un metro costantemente in azione.
Moto ondoso a Venezia
In riva de Biasio sta accadendo la stessa cosa, a causa dell'azione combinata di moto ondoso delle imbarcazioni e della micidiale restia di vaporetti e motoscafi Actv, che in barba il limite di 7 chilometri orari, per loro portato a 11, viaggiano spesso a velocità ben maggiori.
Multe alle barche
La storia recente ha dimostrato come si ottenga molto in deterrenza con i presidi fissi in bacino di San Marco e in canale della Giudecca. Una soluzione che richiede però mezzi e personale e che potrebbe essere riprodotta sul canale delle Navi e davanti a Murano, con una pattuglia alle Fondamente Nove. Oltre, ovviamente, al presidio del canal Grande. Un'operazione Onda Zero come intende fare il sindaco Luigi Brugnaro, con queste caratteristiche impegnerebbe non meno di 50 persone. Un numero che probabilmente non è irraggiungibile, considerato che l'attività si dovrebbe svolgere in coordinamento con tutte le forze dell'ordine.
C'è poi l'intera partita del monitoraggio in automatico del traffico. Argos sappiamo tutti che fine ha fatto: è stato smantellato dopo che sono stati spesi milioni dei contribuenti per un apparato non omologato. Il successore, già installato in canal Grande, il MoMa è già operativo ma è in attesa dell'omologazione, senza la quale le multe non sarebbero valide. Sul canale della Giudecca c'è (forse ancora) il sistema Hydra, parente di Argos in grado di vedere anche nell'oscurità e nella nebbia. Anche di quello non si sa nulla. Ma l'unico deterrente che davvero farebbe Onda Zero senza muovere un solo agente sarebbe l'obbligo di trasmettitore Gps per tutte le imbarcazioni a motore. Chiunque sgarrasse sarebbe individuato immediatamente e senza possibilità di errore. Ma finora, le obiezioni soprattutto dei tassisti hanno fatto naufragare l'unico strumento (peraltro poco costoso) di monitoraggio completo del traffico a Venezia e in Laguna. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino