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VENEZIA - Moto ondoso e associazioni remiere: da tempo molti aspettavano la posizione di Giovanni Giusto, proprio perché delegato dal sindaco alla Tutela delle tradizioni. Ora il consigliere si è deciso a dire la sua. «Il moto ondoso non è un problema che nasce adesso - esordisce Giusto - Tutti hanno provato a limitarlo: ricordo in particolare il commissario al moto ondoso Paolo Costa, finalmente unico referente sulle competenze. Purtroppo ho visto come le categorie lo hanno aggredito e quindi lasciato solo. C’era la possibilità di fare, ma la forza popolare è venuta meno. A nulla, in seguito, sono serviti i tavoli di concertazione, nei quali ciascuno cercava solo il proprio interesse e non quello della città».
I RIMEDI
«Quello che risulta angosciante è il fatto che negli anni non abbiamo prodotto alcun deterrente. Il telelaser è la buffonata del momento, perché, superato a bassa velocità, poi tutti riprendono le loro corse. Ormai sappiamo molto del moto ondoso e di chi lo produce: tutti siamo colpevoli, anche se in modo diverso. Che fare? Paradossalmente potremmo armarci di bazooka e di mortai per affondare le barche.
QUESTIONE SICUREZZA
«Uno che in laguna mette a repentaglio la vita degli altri è un criminale - prosegue - e come tale deve essere considerato, perciò arrestato, dal momento che non trasgredisce solo regole locali, ma gli stessi articoli della legge nazionale. Sappiamo bene quali siano i canali più a rischio. Quando si incrocia un’altra barca, a remi o a motore che sia, si rallenta. Tutto qui. Questa è la coscienza e la maturità che devono essere raggiunte. Tutti i cittadini dovrebbero urlare contro chi produce onde incompatibili con i tratti d’acqua».
SANT’ALVISE
Infine, Giusto commenta quanto accade all’associazione “Gruppo remiere Punta San Giobbe”, dal momento che il Comune recentemente ha avocato a sé il cantiere di Sant’Alvise con la volontà di riscrivere le regole contrattuali. «La questione è burocratica, molto tecnica - commenta Giusto - e non rientra nelle mie competenze. Tuttavia posso dire che con il Coordinamento delle associazioni remiere fondato 25 anni fa, che ho poi guidato, quanto accaduto non sarebbe mai successo. Ci sarebbe stato un dialogo ed una soluzione a monte e non a valle». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino