Mostre con i ricordi dei defunti: «Così i nostri cari possono rivivere»

Lo spazio espositivo della casa funeraria di Treviso
TREVISO - Il tempo dell’uomo può non essere solo il tempo del vivente, ma proseguire al di là delle condizioni dettate dalla “nuda vita”....

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TREVISO - Il tempo dell’uomo può non essere solo il tempo del vivente, ma proseguire al di là delle condizioni dettate dalla “nuda vita”. Così, ad un anno dalla scomparsa di Paolo Guolo, artista, collezionista, fotografo e insegnante al Liceo Artistico di Treviso, lo si vuole ricordare, avviando con lui il progetto “L’arte di ricordare” curato da Elisabetta Linzi, uno degli amministratori di COF, la prima Casa Funeraria aperta a Treviso lo scorso giugno. Il 3 ottobre, alle 10.30 all’interno degli spazi pubblici della COF in via Cittadella della salute 6, amici e estimatori di Guolo trascorreranno qualche momento uniti nel suo ricordo. Brevi interventi spontanei e informali si alterneranno ai brani musicali che hanno sempre accompagnato i suoi giorni, e una selezione di fotografie da lui scattate in uno dei numerosissimi viaggi verranno esposte negli ambienti della casa funeraria.


IL PROGETTO
La vita stessa si intreccia continuamente con la morte, ma nell’impossibilità di separarle è possibile provare a rendere “eterno” il ricordo, con iniziative di vario genere: da qui nasce il progetto voluto dalla COF. «Ci capita spesso di organizzare funerali di persone che, in vita, coltivavano la passione per l’arte – spiega Linzi - attraverso i quadri, le foto e le sculture le persone si raccontano, esprimono pensieri, comunicano emozioni legate o ispirate a momenti molto significativi della loro vita o del loro percorso di fine vita. L’iniziativa consiste nel proporre alle famiglie che hanno subito un lutto di esporre negli ambienti della casa funeraria le opere dei loro cari per un periodo di tempo prestabilito. L’esposizione potrà coincidere con un anniversario della scomparsa, cogliendo l’opportunità di invitare parenti e amici ad un piccolo momento di ricordo e commemorazione. Con questa iniziativa vorremmo promuovere e diffondere un messaggio positivo di “memoria” dopo la morte: mantenere vivo il ricordo attraverso l’arte e le emozioni che le opere possono suscitare».


LE SCELTE


Si comincia col ricordo di Guolo, nome importante nella cultura cittadina. «Abbiamo scelto di esporre alcune fotografie del viaggio in Islanda, forse quello che più lo aveva colpito – spiega la moglie Betty – dove ha trovato ed è riuscito a cogliere una realtà altra e lontana, con scorci e paesaggi puri e lucidi, forti e così simili alla sua natura». Fotografie in bianco e nero, liriche e poetiche, che mostrano una natura in continuo divenire, in un continuo dissolversi e rigenerarsi. Immagini che ben raffigurano emozioni e stati d’animo. La fotografia e la passione per le fotografie storiche erano solo una piccola componente di questo grande Maestro. Dietro l’estrema discrezione e riservatezza c’era un uomo di vastissima cultura, con grande capacità di osservazione, senso critico e ironia. Sulla scia dei ricordi scorrono istantanee che lo ritraggono: in aula al Liceo Artistico di Treviso ad insegnare ufficialmente materie plastiche, ore che si trasformavano in straordinarie e appassionati lezioni d’arte e di vita; a Parigi, la sua seconda casa, città che lo ha plasmato; immerso tra le opere di Rodin artista da lui tanto amato; nelle serate ad Antiruggine, il “capanon” di Mario Brunello; muoversi tra le bancarelle dei mercatini d’antiquariato a sfogliare libri e, da acuto conoscitore, saper riconoscere la pubblicazione di valore; ridere assieme ad amici e affascinarsi a volte anche per semplici e piccole cose; in viaggio in Italia in Europa o verso paesi più lontani come Giappone, Stati Uniti, Tanzania. Ci possono essere ricordi di ogni genere che parlano di Guolo e la moglie vorrebbe raccoglierli: chiede gentilmente a chi avesse opere, fotografie, video o oggetti che riguardano Guolo di informarla inviandole eventualmente una foto a betty-paolo2004@libero.it.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino